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SAN MARTINO. Nervi tesi sull'Unione

SAN MARTINO. Nervi tesi sull'Unione

C'è stato qualche attimo di concitazione, giovedì pomeriggio, al termine del consiglio Comunale di San Martino. Il consigliere di maggioranza Franco Gianoglio ha attaccato la minoranza, ed in particolare Piero Massoglia. I toni si sono accesi solo per qualche istante, la situazione, stante anche l'ora di cena, è stata riportata alla calma.

Al centro della discussione il nuovo Statuto dell'Unione di Comuni. La minoranza, alla stregua delle minoranze degli altri comuni, ha presentato un documento scritto per spiegare le ragioni del voto contrario. "Non siamo stati coinvolti" ha sottolineato, soprattutto, Davide Trossello, che è anche consigliere all'interno dell'Unione.

Ed infatti lo Statuto è sbucato d'emblè, distribuito dalla Giunta della Collinare ai vari comuni, in attesa di eventuali emendamenti. Tutt'altra musica rispetto all'apertura dell'ex Presidente, ed ex Sindaco di Strambino, Savino Beiletti, che nel 2013 aveva convocato un tavolo di lavoro, proprio su richiesta delle opposizioni. Quell'esperienza era stata fallimentare. Agli incontri si erano ritrovati soltanto Beiletti, Claudia Bocca della minoranza di Perosa e il segretario comunale.

"Ero consigliere all'interno della Collinare nel mandato precedente – ha rivangato infatti Gianoglio – e finché sono stati lì non ho mai riscontrato un atteggiamento positivo: le minoranze venivano a contestare a giochi fatti. Trovo abbastanza riduttivo contestare senza essere propositivi".

E' vero, ma quella è un altra storia. Nel 2014 tre comuni hanno rinnovato il Consiglio: San Martino, Romano e Strambino.

"Su ciò che è successo prima non discuto – ha fatto presente Trossello -. Io non c'ero, sono qui da un anno e mi sto interessando. Sono andato a documentarmi, ho approfondito, e mi sono sorti parecchi dubbi. Non condivido pensare a priori a ciò che è successo prima e reagire di conseguenza. Il coinvolgimento dovrebbe essere un dovere civico".

Il Sindaco Silvana Rizzato, dal canto suo, ha dato "la disponibilità in forma ufficiosa, seppure non ufficiale" come ha ribadito lei stessa, precisando che "l'idea di portare lo Statuto nei vari Comuni serviva a snellire l'iter, discutere ad un grande tavolo con tutti i Comuni sarebbe stato molto complesso".

"A mio avviso – ha sottolineato Massoglia – doveva essere la Collinare a coinvolgere le minoranze. Del resto il mio Comune tra qualche anno non esisterà più..."

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