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24 Marzo 2015 - 08:52
ostaggi a tunisi
Possedeva una piccola casa a Lusigliè Orazio Conte, uno dei turisti rimasti uccisi nell'attentato terroristico a Tunisi. Viveva a Torino, insieme alla moglie Carolina Bottari, ma i due trascorrevano abitualmente, da una ventina d'anni, i loro fine settimana e le estati a Lusigliè. "In una piccola casa accanto alla mia che si affaccia su un giardino comune in cui ho visto crescere i loro tre ragazzi: Marco, Davide e Nadia" ricorda il vicino di Lusigliè, Rino Coppola, insegnante presso la scuola di Bosconero.
E ci racconta che Orazio e Carolina erano partiti per una vacanza dopo aver festeggiato la laurea breve di Davide, il secondo figlio, che frequentava con successo il politecnico di Torino. Una crociera nel Mediterraneo occidentale: un premio, un periodo piacevole, atteso con desiderio e vissuto con serenità che si è trasformato in un improvviso grottesco incubo. Orazio è stato ucciso, Carolina è in ospedale a Tunisi, ferita e sotto shock.
"Raccontarlo suona assurdo e insensato, vuoto e ingiusto – riflette Coppola -. Come può una persona mite e gentile, ragionevole e razionale come Orazio diventare un obiettivo terroristico?
Ovviamente la stessa considerazione è rivolta alle altre vittime, ma io conoscevo Orazio, la sua caparbia ma cortese determinazione nelle discussioni, la sua creatività, il suo amore per il bricolage e per il violino che suonava con scarsa perizia ma instancabile passione.
Questa gente che ammazza sparando nel mucchio falciando vite normali, ha sottratto a Orazio il futuro, la possibilità di vedere come va a finire, il desiderio di assistere alle carriere dei propri figli, il piacere di altre cento grigliate nel nostro giardino e di innumerevoli melodie storpiate al violino…
Ma soprattutto, per quanto mi riguarda, mi ha schiaffeggiato colpendomi al sicuro della mia casa, arrivando ai miei amici e affermando che la loro follia è un “giudizio divino” dal quale non puoi sfuggire.
Mi hanno fatto male, e hanno devastato la vita di Carolina e dei suoi figli, ma chi spara all’impazzata nei musei, brucia libri e uccide persone normali e buone come Orazio deve scomparire nel gelo dell’indifferenza, scivolare nel tombino della storia, ottenere l’opposto delle loro misere e deliranti intenzioni".
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