Fabio Lo Cicero, segretario del Partito Democratico di San Mauro
Da martedì sera è diventato a pieno titolo il nuovo segretario del Partito Democratico di San Mauro. Lo ha fatto raccogliendo 15 voti favorevoli, 2 astenuti e un solo voto contrario. Quasi un plebiscito. Quasi come se in questi mesi non fossero volati coltelli in casa Dem. Quasi come se fino all’altroieri non fossero esistiti cottiniani e anticottiniani, dissidenti, firmatari e via dicendo. E in effetti, di fatto, l’elezione di Lo Cicero mette un bel punto (e pure un “a capo”) alle vicende degli ultimi mesi. Ritenute, queste sì all’unanimità, francamente archiviabili, visti i danni d’immagine che hanno recato al partito. Punto e a capo, si ricomincia. Scurdammoce ‘o passato? Non esageriamo. Cerchiamo di archiviarlo, pian piano, questo sì. Lampante, per spiegare al meglio la situazione attuale in casa PD, è l’immagine del post-direttivo di martedì: finita la riunione, i “cottiniani” vanno a bersi una birra tutti insieme in un locale sanmaurese. A distanza di qualche minuto, vengono raggiunti da tutto il resto del direttivo, Lo Cicero compreso. Tutti allo stesso tavolo a bersi una bella rinfrescante birra insieme? No, non bruciamo le tappe. Due tavoli separati, ma adiacenti. Mettiamola così: tutti nello stesso non ci sarebbero stati. Scurdammoce ‘o passato? Non esageriamo. Cerchiamo di archiviarlo, pian piano. Questo sì. E in fondo l’impresa più ardua che aspetta Lo Cicero, da qui al voto del 2016, sarà proprio questa: far lavorare insieme persone che fino a pochi giorni fa si guardavano in cagnesco. Anche se… “Anche se martedì sera ho trovato un direttivo pronto a un rinnovamento dell’attività - commenta Lo Cicero -. E non solo per l’esito del voto. Io ho posto un auspicio: i toni aspri usati in questi mesi da parte di molti componenti hanno comportato un dispendio elevatissimo di energie. Spero che le stesse energie vengano usate oggi a disposizione del partito che vogliamo costruire”. Il suo primo obiettivo da segretario del Pd? “Essere il segretario di TUTTI, a partire da chi non ha sostenuto il percorso che ha portato alla mia elezione. Anche perché non esiste un partito che possa convincere i propri elettori sulla bontà delle proposte, se non è un partito unito”. Un compito che non si prospetta facile… “Le persone le unisci su disegni, obiettivi e idee. Difficilmente riesci a farlo, invece, su poltrone e rancori. Se il segretario avrà la capacità di orientare gli incontri politici verso la prima parte, ritengo possibile unire tutti. Se così non sarà… la responsabilità sarà esclusivamente del sottoscritto”. Quindi la sua segreteria sarà rappresentazione di tutte le componenti interne? “Io m’immagino una segreteria di collaboratori del segretario, una squadra che si divida i compiti organizzativi, comunicativi e via dicendo. Non serve una segreteria che discuta di processi politici: il dibattito si fa nel direttivo, quella è la sua sede naturale”. E il secondo obiettivo? “Riempire di contenuti questo mio mandato”. Nel senso che i contenuti prima non c’erano? “C’erano, ma erano stati congelati da questa situazione. Io penso che ognuno degli iscritti abbia dei contenuti da raccontare, ma in questa fase di stallo tutto era bloccato. Oggi dobbiamo disegnare il partito che vogliamo, e la San Mauro che vogliamo”. Se dici Lo Cicero, a San Mauro, di solito la risposta è: “chi??”. Ecco: chi è Fabio Lo Cicero? “Domanda lecita. Ho 37 anni, sono sposato con Rita, ho due bambini. Uno di 5 anni, l’altro di 8 mesi. Vivo a San Mauro da tre anni e mezzo, esattamente dal settembre del 2011. Ho alle spalle un percorso politico che arriva dalla Margherita, con cui ero iscritto al circolo della Circoscrizione 7. Poi ho partecipato alla fondazione del Pd, e da allora non mi sono più mosso. Sono fermamente convinto che la politica vada fatta nel territorio in cui si vive: ecco perché, qualche mese fa, ho deciso di iscrivermi al circolo di San Mauro, abbandonando la politica torinese”. È stato definito il ‘portaborse’ dell’assessore torinese Lubatti. “Sono un dipendente del comune di Torino da 10 anni. Con l’arrivo della giunta Fassino, inizio a ricoprire un ruolo di staff tecnico nell’assessorato alla viabilità e ai trasporti, con Claudio Lubatti. Ma sono qui in quanto tecnico, in quanto geometra abilitato”. Eppure questa sua “torinesità” ha fatto gridare da più parti al commissariamento del partito da parte delle alte sfere. Un remake di quanto accaduto nel 2011, a grandi linee. “Vorrei sfatare questo mito del commissariamento. La prova è l’elezione di martedì: con tutte le complicazioni del caso, è stata fatta un’elezione. Il pericolo di un commissariamento c’era, ma è stato scongiurato dalla segreteria provinciale che è riuscita ad accelerare un processo altrimenti incancrenito. Ringrazio a questo proposito il segretario provinciale Morri, la cui partecipazione alle vicende sanmauresi è stata importante”. Quindi lei non è una pedina messa qui dalla dirigenza torinese del partito. “Capisco che l’impressione possa essere questa, ma la realtà è che io mi sono avvicinato alla politica sanmaurese dopo aver conosciuto i Giovani Democratici nell’ambito di un’iniziativa sul Nightbuster. Tutto quello che è seguito è stata una naturale conseguenza”. Il suo predecessore Gabriele Cottino veniva spesso additato come succube del sindaco. Come si porrà lei nei confronti dell’amministrazione e di Dallolio? “La mia visione è questa: su temi politici e elettorali, l’amministrazione risponde al Pd. Penso sia fondamentale un maggior rapporto tra il sindaco, la giunta e il partito. Serve un cambio di passo, un confronto politico continuo”. In concreto? “In concreto chiederò a brevissimo al sindaco di venire a relazionarsi con il circolo, al fine di iniziare un rapporto che forse fino ad oggi è stato troppo lontano. Non dimentichiamo che da dicembre lui è un iscritto del Pd”. Iscritto, sì, ma al lavoro per creare una lista tutta sua… “Penso che se Dallolio voglia fare una sua lista, debba spiegarne i motivi al direttivo. Al tempo stesso, se vuole essere il candidato a sindaco del Pd, deve prevedere un momento in cui manifesti la propria volontà di ricandidarsi di fronte al circolo. Ad oggi, il Pd non ha ricevuto comunicazioni ufficiali”. Ma così non si rischia di mischiare i binari dell’amministrazione e quelli del partito? “No, i binari devono restare ben distinti. Io non chiederò mai alla giunta di venire a relazionare ogni delibera che approva. Però c’è un punto d’incontro tra i due percorsi: il tema elettorale. Sul tema elettorale, il sindaco o chiunque abbia velleità amministrative, è tenuto a confrontarsi con il circolo”. A proposito di velleità amministrative…C’è chi dice che questo sia il suo trampolino di lancio per candidarsi nel 2016. “In questo momento io sono segretario, peraltro da poche ore. L’unico contatto che avrò con l’amministrazione sarà quello di chiedere un cambio di passo e un continuo confronto con il partito. In quanto segretario, dovrò costruire una lista in vista delle elezioni. Punto”. Da grande vorrebbe fare il politico? “Voglio iniziare a fare bene il segretario del Partito Democratico di San Mauro”.
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