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24 Febbraio 2015 - 18:46
Assolto dall'accusa di estorsione. Mentre le varie usure sono state derubricate nel reato di "finanziamento illecito a privati" previsto dalle leggi speciali per chi esercita l'attività di finanziamento senza essere iscritto ad un registro. E così Antonio Lo Mastro, l'anziano ex postino di Strambino, ormai in pensione, se l'è cavata con una pena finale di 2 anni e 15 giorni di reclusione. Condannato per uno sola delle usure che gli erano contestate. Quella legata alla querela sporta nel luglio 2011 da Massimo Correddu, ristoratore valdostano, costituito parte civile con l'Avvocato Ferdinando Ferrero. La sentenza è stata pronunciata martedì pomeriggio dal collegio presieduto da Carlomaria Garbellotto. Il Pubblico Ministero Lorenzo Boscagli aveva chiesto, invece, la condanna a tre anni e otto mesi.
"Assolutamente – sottolinea l'Avvocato Celere Spaziante, difensore del Lo Mastro - non ci si trovava di fronte a un usuraio né tanto meno ad un estorsore. Sono parzialmente soddisfatto della sentenza e tuttavia ritengo che anche i residui reati si possano annullare in Appello, per arrivare ad una sentenza ancora più favorevole".
Lo Mastro aveva prestato denaro a più persone, stabilendo un tasso di interesse che la Guardia di Finanza e la Procura avevano ritenuto vertiginoso. In particolare Correddu aveva parlato di un prestito di 14mila euro. "Mi servivano - aveva raccontato la persona offesa ai giudici - per estinguere debiti con Equitalia". Ma Lo Mastro voleva la restituzione di circa 27 mila euro, secondo le ricostruzioni. Per cui sarebbe arrivato a minacciare il debitore, con frasi del tipo "non ci sarà un altro domani. Capiterà qualcosa di molto, molto brutto...".
La maggior parte delle persone, a cui l'ex postino aveva concesso prestiti, lo hanno però ritratto, al contrario, come un benefattore. "Era come un padre" avevano addirittura riferito alcuni di loro.
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