Il sindaco si difende: "Non ho ricevuto nessuna rimostranza ufficiale da parte del Pd". E intanto prende la tessera di partito
“Cosa ne penso dei malumori interni al Pd per la mia autocandidatura? Ad essere sincero, nessuno all’interno del partito mi ha fatto rimostranze ufficiali fino ad oggi. Ma sarebbe utile che, nel caso in cui davvero qualcuno avesse qualcosa in contrario, non esitasse a dirmelo direttamente”. È un invito, ma suona quasi come una sfida, l’affermazione del sindaco Ugo Dallolio all’indomani delle indiscrezioni che vedono un partito agitatissimo di fronte alla sua possibile ricandidatura per altri 5 anni di governo di San Mauro. Il ragionamento del primo cittadino non fa una piega: possibile che, se davvero i miei “compagni” (d’avventura, s’intende: nessuno s’offenda) non hanno apprezzato le mie dichiarazioni, nessuno di loro abbia avuto il coraggio di dire nulla? Eppure si vocifera di un comunicato, redatto da una parte del Pd sanmaurese, in cui si fa presente al sindaco l’inopportunità della sua auto-candidatura emersa senza nemmeno consultare il partito che lo sostiene… Evidentemente ancora nessuno gliel’ha consegnato, e nemmeno letto… Ma tant’è. Dallolio tiene saldamente la posizione con una gran dose di umiltà. “Io mi sono limitato a dare la mia disponibilità per una ricandidatura alle prossime elezioni: mi era stato chiesto da più parti se fossi disponibile o meno, e viste le mie attuali condizioni di lavoro io ho dato il mio assenso - afferma candidamente -. Il sindaco uscente solitamente viene ricandidato, ma so perfettamente che questo non è un obbligo. Ci saranno a breve dei congressi in cui verranno valutate e prese le decisioni chiave per il futuro. Comprese le eventuali alleanze con altre forze politiche”. Come a dire: io vi sto dicendo che sono disponibile, poi valuterete voi. Ma è evidente che se un sindaco si dice disponibile a un secondo mandato (e lo dice prima alla stampa) mette in grave difficoltà un partito tentennante, obbligandolo quasi a ri-scegliere lui come candidato. Una mossa furba, non c’è che dire. Intanto la novità di quest’anno è che ai “congressi decisionali” di cui sopra, quest’anno, parteciperà anche lui, Ugo Dallolio. Il quale, contrariamente al passato, ha deciso di prendere la tessera del Partito Democratico. “Sono sempre stato vicino alle posizioni del Pd - spiega il sindaco - quindi non c’è da stupirsi del mio tesseramento”. Non siamo gli unici a ricordarci, però di come spesso in passato il sindaco non avesse perso occasione per sottolineare il fatto di non essere un Dem, in modo da svincolarsi dalle posizioni del partito che lo sostiene. Oggi, invece, Dallolio è a pieno titolo uno del Pd. Così per il partito sarà ancor più complicato “farlo fuori” (politicamente, s’intende). Una mossa furba dopo l’altra, insomma.
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