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22 Dicembre 2014 - 12:12
Gilardini Tommaso
Amianto a Ivrea. Niente a che vedere con la Thiessen Krupp. Lo dice e lo ribadisce il Procuratore Capo di Ivrea Giuseppe Ferrando di fronte alla sentenza con cui la Cassazione ha annullato, per intervenuta prescrizione, la condanna a 18 anni dei vertici dell'azienda tedesca per i morti di Casale Monferrato. "Ad Ivrea - dice Ferrando - il caso è diverso perché non si parla di disastro ambientale ma di singole vicende di lavoratori malati e deceduti".
Insensato, quindi, il paragone dietro al quale, finora, ha cercato di ripararsi il Sindaco Carlo Della Pepa per giustificare tanta prudenza nella decisione di costituire la Città di Ivrea parte civile in un prossimo processo per i morti della Olivetti. Alla fine, pressato da una mozione presentata da Forza Italia, il Pd ha deliberato, ma mettendo parecchi punti e parecchie virgole. Riportando le reminiscenze dell' "epoca Adrianea", all'avanguardia nei diritti dei lavoratori. Non sia mai che qualcuno possa far confusione tra cio' che l'Olivetti era all'inizio, quando si caratterizzava per la gestione e la filosofia di quel personaggio illuminato, e quello che è diventata dopo, distrutta in nome degli affari e del profitto.
Qui, a Ivrea, vennero riconosciuti e sanciti i diritti dei lavoratori. Qui vennero erogati i servizi sociosanitari, ricreativi e culturali. Qui nel 1956 si tenne la prima vaccinazione contro la poliomelite. Qui venne garantita l'assistenza ai ragazzi dei dipendenti attraverso le colonie estive...
Il documento, un ibrido tra le proposte dei due partiti (che ormai a Roma, così come a Ivrea, ci insegnano essere i due volti della stessa medaglia), è stato votato all'unanimità. Assenti, alla seduta del mese scorso, Massimiliano De Stefano ed Elvio Gambone. Fuori dall'aula Matteo Olivetti, discendente del grande Adriano, in quanto le indagini coinvolgono un suo parente. "Abbandono l'aula non tanto a titolo personale ma a nome del territorio che ha creduto nell'Olivetti" ha spiegato Matteo.
"Mi chiedo - ha colpito nel segno il pentastellato Pierre Blasotta - se l'idea non fosse arrivata da Forza Italia, se il Pd avrebbe presentato questa proposta..."
"Il Pd ha preso una posizione chiara - ha provato a convincere tutti il capogruppo del Pd Fabrizio Dulla -. Ricordo Bersani che diceva 'ci saranno discussioni, punto di vista diversi, ma alla fine il Pd sarà sempre con i lavoratori'. Questo è il senso".
Tra i diversi interventi di una maggioranza pervasa dalla malinconia, espressione di quel mondo tutto eporediese vissuto a "pane e Olivetti", molto più pratico dal banco dell'opposizione Tommaso Gilardini che sulla costituzione di parte civile ha cominciato a premere dall'autunno. "Non facciamo confusione noi - ha esordito -. Olivetti va anche contestualizzato temporalmente. A livello industriale i fatti si collocano vent'anni dopo la morte di Adriano Olivetti. Anzi forse qualcuno si arrabbierebbe un po' per il modo in cui sono stati smantellati quei principi. Devo dare atto ai sindacalisti locali per aver portato a galla la vicenda. Mi chiedo se la cittadinanza sarebbe stata pronta a dare una mano alla verità".
Gilardini ha ribattuto al buon avvocato Dulla con un'arringa molto più incisiva. "La tematica - ha ribadito - è molto triste. La verità giudiziaria non spetta a noi ma la verità sostanziale è che dei lavoratori sono morti per quello che facevano. Se si è lavorato in ambienti non idonei, sarà la Procura a stabilire che cosa voglia dire ma tecnicamente sono morti del lavoro. Una mozione non è un verdetto. Le questioni personali sono spiacevoli ma in una realtà aziendale c'è qualcuno ce ne è responsabile con stipendi molto più alti dei lavoratori. Ci preoccupiamo di non dare una brutta immagine di Ivrea ma fuori di qui c'è stata una forza mediatica notevole. A maggior ragione dobbiamo anzi costituirci parte civile per il danno di immagine subito dalla nostra di città".
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