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"Sul Gobetti tante promesse ma pochi fatti"

"Sul Gobetti tante promesse ma pochi fatti"

Roberto Olivero

Nessuno vuol sostenere che tenere aperto il cinema Gobetti sia un gioco da ragazzi. Nessuno può far finta di non vedere le grosse difficoltà, soprattutto economiche, che rendono la questione spinosa e complicata. Ma, fatta questa doverosa premessa, bisogna poi valutare cosa si sta facendo in concreto, a San Mauro, per salvare questo benedetto cinema-teatro.   Il punto di vista dell'opposizione è molto chiaro, a riguardo. La situazione del Gobetti è lo specchio sintomatico di quanto la cultura è tenuta in considerazione da questa amministrazione, secondo il piddiellino Roberto Olivero. “È l'emblema delle promesse a vanvera, della ricerca dei titoli di giornale a cui poi non seguono i fatti. È il simbolo delle parole buttate al vento” commenta il consigliere comunale, che alle scorse elezioni corse per la poltrona di sindaco. “C'era stato un grido d'aiuto da parte del gestore, cui erano seguite promesse, fino ad arrivare a leggere dichiarazioni in cui sembrava che il Gobetti dovesse diventare il nuovo teatro Operà. Oggi è chiuso, perché non si trovano più le pellicole per proiettare i film. E, lo dico da sanmaurese e non da politico, quelle bacheche vuote, quella serranda tirata giù, sono davvero molto tristi”.   Ma cosa avrebbe fatto lui, Roberto Olivero, fosse stato al posto di questa giunta? “Avrei cercato di stare più vicino a chi ha sempre manifestato interesse a tenere aperto questo cinema”. Ossia all'attuale gestore, Fulvio Paganin, che non ha mai negato di sognare di continuare ad occuparsi del Gobetti, ma a certe condizioni. “E poi, soprattutto, mi sarei dato da fare per trovare soluzioni. Questi invece fanno solo annunci, ma in cuor loro sperano di trovare un gestore che si sobbarchi tutti i costi della struttura. Alle volte mi chiedo se siano ancora collegati con la realtà o no”. Sulla vicenda cinema, Olivero si era già espresso con parole pesanti sull'operato dell'allora assessore alla cultura Marino Reymondet. Ora, il bersaglio è cambiato, ma i toni di Olivero rimangono gli stessi: “Cambia l'assessore, ma la linea rimane identica. A Reymondet è stata tolta la delega alla cultura, evidentemente qualcuno ha ritenuto che non la meritasse. Ma anche il neoentrato Proietti, in ambito Gobetti sta lasciando parecchio a desiderare. Un cambio di rotta non c'è stato, sfido chiunque a dire il contrario”.
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