Il "post" del vicesindaco Fabrizio Troiani che benedice il presepe della Pro Loco
Ennesimo capitolo della “guerra del presepe”. Nei giorni scorso è spuntata, in uno spiazzo di villa Violante, una capannina con una madonnina, un sangiuseppino e tante pecorelle. Proprio lì dove Gabriella Brassiolo, artefice del presepe dell'Unitre, avrebbe dovuto collocare la sua opera dopo lo “sfratto” ricevuto dal preside Piero Bottale. Quest'ultimo aveva negato il permesso di piazzare, come da tradizione, buoi, asinelli e bambinelli nel cortile di Villa Violante, perchè l'area era divenuta nel frattempo di pertinenza della scuola. Una presa di posizione che aveva scatenato fiumi di polemiche di portata anche nazionale, visto che sul tema era intervenuto pure il segretario padano Salvini. Il sindaco Gabriella Leone aveva proposto alla Brassiolo di trasferire la sua opera nello spiazzo della biblioteca, ma la risposta è stata picche: “O lo mettiamo dove è sempre stato o niente” sentenziò l'artista. Sembrava finita lì. E invece? E invece pronti via, neanche il tempo di farsi una fetta di pandoro che salta su la neonata Pro Loco. Rosa Piro&soci si fiondano nello spazio rimasto libero e ci piazzano le loro (belle) statuine. Più belle, più brutte di quelle della Brassiolo? Giudichino i leinicesi. Certo è che l'episodio non può passare inosservato. Tantopiù che, all'ombra dei campanili 'd pais il sacro si mischia al profano e la religione si mischia alla politica. Già perchè non è sfuggito a nessuno – neppure al preside, a leggere certe sue dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa - che la diatriba fra la Brassiolo e il Comune altro non fosse che un rigurgito di campagna elettorale. Perchè? Tanto per cominciare perchè la Brassiolo in tasca ha la tessera del Pd. Lo stesso Pd con cui la maggioranza in consiglio fa a sportellate un giorno sì e l'altro pure e che dall'inizio ha soffiato sul fuoco della polemica con quanto fiato aveva in corpo. Insomma, quando il “presepe del Pd” si è autoescluso da Villa Violante, a qualcuno non è parso vero di rimpiazzarlo con un “presepe civico”. Intendiamoci, la Natività “made in Pro loco” è sobria e apartitica: a scaldare il collo di San Giuseppe non spunta nessuna sciarpa arancione, la Madonna prega beata il Padreterno e in tasca non reca tessere non già di partito, ma neanche della biblioteca. Ma poco importa: la mossa di Piro&soci alimenta le polemiche che avevano segnato la nascita della Pro loco, già peraltro bollata da mezza opposizione come un comitato elettorale della Leone. C'è di più: non si sa se il parroco, don Pierantonio Garbiglia, abbia santificato per conto dell'Onnipotente l'opera della Pro Loco. Certo è che è giunta una benedizione più illustre, sebbene su un piano decisamente più “temporale”. Nientepopodimeno che quella del vicesindaco Fabrizio Troiani, che pubblicando su facebook la foto del nuovo presepe ha sentenziato: “Uno dei più bei presepi allestiti a Leini”. A margine, resta qualche dubbio che il Natale alle porte riesca nel suo intento di portare pace, concordia e fratellanza all'ombra della torre dei Provana. Per quello occorre l'intervento diretto del Padreterno. Amen.
lorenzobernardi@giornalelavoce.it
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