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03 Dicembre 2014 - 11:52
Nasce l'Unione Montana Dora Baltea. Ne fanno parte Quincinetto, Tavagnasco e Quassolo. Per un totale di 2225 abitanti, al di sotto del parametro base dei tremila imposto dalla Legge per le aree montane. I Consigli comunali si sono riuniti tutti e tre lunedì 24 novembre, alle 18,30 in punto, per deliberare l'atto costitutivo e lo Statuto, con l'intenzione di chiedere una deroga alla Regione Piemonte.
Una decisione che non è stata presa troppo bene dalle dirimpettaie sindachesse di Settimo Vittone, Sabrina Noro, e di Nomaglio, Ellade Peller. Con una arguzia hanno cercato di far cambiare idea agli indipendentisti per formare un ente unico (non fosse che anche loro, così in brandelli, rischiano di rasentare la soglia dei tremila abitanti). Hanno battuto i piedi, invitando il sabato mattina precedente, 22 novembre, addirittura gli Assessore Regionali Aldo Reschigna e Marco Balagna, nel salone consiliare settimese.
"Le due sindachesse – sottolinea il primo cittadino di Tavagnasco, Giovanni Franchino – hanno chiesto di annullare le nostre tre delibere. Ce lo vorrebbero addirittura imporre. A questo ho capito che era finalizzato l'incontro di sabato. Bastava una telefonata...".
Quincinetto è stato addirittura accusato di incoerenza, per il solo fatto che alla tornata dello scorso maggio è risalito in carica Angelo Canale Clapetto, notoriamente restio all'unione allargata.
Più moderato il Sindaco di Carema, Giovanni Aldighieri ("è bene che ci siano le votazioni, che cambino le persone"), così quello di Andrate, Enrico Bovo, che insieme a Balagna hanno riconosciuto la fermezza dei "vicini di casa". Agguerrito, in quella riunione, il Vicesindaco di Quassolo, Agostino Blanc.
"Ho visto Noro molto contrariata - aggiunge Giovanni Franchino - che alla prepotenza ha risposto pan per focaccia -. Che legga il nostro Statuto, veda se le sta bene e decideremo se accettare Settimo Vittone".
E Franchino non lesina frecciate nemmeno alla Peller. "Lei dice che siamo scarognati perché da questa parte della montagna non prendiamo il sole, beh, loro ne prendono troppo".
LE DIVERSE VISIONI DELL'UNIONE
A dividere le due sponde della Dora è la visione di quel che dovrebbe essere l'Unione. Accentrata secondo il Sindaco di Settimo Vittone, che vorrebbe far il bello e il cattivo tempo, portando, fondendo sede ed uffici e conferendo subito tutte e nove le funzioni fondamentali.
Per le tre Amministrazioni sull'altra sponda la visione è un tantino diversa. Innanzitutto, nell'ottica di "un po' per uno", l'Unione avrà sede a Quincinetto e la Presidente sarà il Sindaco di Quassolo Elena Parisio. Saranno delegate sei funzioni (organizzazione dei servizi pubblici, catasto, pianificazione urbanistica ed edilizia, protezione civile, edilizia scolastica, servizi scolastici, polizia locale), oltre alle funzioni della ex Comunità Montana (informatizzazione, prevenzione del territorio dai rischi idrogeologici, produzioni tipiche). Ma che non si tocchi il bilancio. Quello rimarrà a capo dei singoli.
Altro paio di maniche è la rappresentanza. In Giunta ci sarebbe solo posto per cinque sindaci, allo stato attuale della normativa. In tre, invece, c'è posto per tutti, di più: Quincinetto esprimerà quattro consiglieri, Quassolo e Tavagnasco tre ciascuno. Addirittura loro hanno scelto di avvalersi di un Segretario comunale esterno, hanno contattato Bozzello della ex Comunità Montana, in modo da evitare che conflitti (il Segretario Lombardi nel predisporre lo Statuto dell'Unione allargata, come ricorda Franchino, aveva avuto un occhio un po' troppo di riguardo per Quincinetto, attribuendo al proprio Comune sedi e funzioni).
Nessuno chiude le porte, consapevoli tutti che alla legge comunque si dovrà sottostare. Sarà quindi un tiro alla fune, un braccio di ferro, seppure lo stesso Reschigna abbia lanciato l'ipotesi di geometrie variabili (chi mette una funzione nell'Unione, chi ne mette nove).
FRANCHINO "NOVE FUNZIONI? NON SE NE PARLA, IL BILANCIO RIMANGA AI COMUNI"
"Nei mesi scorsi ci sono stati incontri – ricorda Franchino -. Qualcuno aveva proposto fusioni, altri si erano fatti avanti come capofila. C'era sempre qualcuno che voleva prevalere sugli altri. Avremmo dovuto sottostare a decisioni altrui. Non c'era nemmeno la certezza di far parte della Giunta. Insomma avremmo potuto chiudere il Comune. A noi non andava bene. E poi le nove funzioni. Impossibile. Impraticabile. Non stiamo nemmeno a discuterne. Per noi la funzione 1 (bilancio) deve rimanere in capo al Comune. Da qui, da questo Statuto, si apre una nuova pagina, di collaborazione. Siamo perfettamente consapevoli che non raggiungiamo i tremila abitanti, la Regione deciderà".
Franchino è stato peraltro tra i firmatari, insieme ad amministratori di altri 19 comuni (capofila Traversella), del ricorso presentato sull'incostituzionalità della Legge regionale 3 sulla Montagna, accolto dal Tar che si esprimerà a febbraio. Si tratta della Legge Maccanti/Molinari, approvata nel marco 2014 in correzione della rocambolesca e precedente Legge Regionale Maccanti che, ottemperando alla legge Delrio, era in realtà senza regole, permetteva a tutti di fare quello che volevano. "Non ci siamo rimangiati nulla – chiarisce Franchino –. Nel 2011 il Governo aveva deciso di cancellare i comuni sotto i mille abitanti, poi ha fatto un passo indietro. Delle leggi regionali, secondo me, non andava bene la precedente e nemmeno l'attuale. Infatti abbiam predisposto uno Statuto come lo volevamo. Non possiamo lamentarci sempre. Ci sono cose che possiamo fare insieme ed è meglio che le facciamo".
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