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24 Novembre 2014 - 21:20
La senatrice Monica Cirinnà con Andrea Benedino e Don Franco Barbero
Pd contro la Diocesi sulla teoria del "complotto Gender", secondo la quale l'Onu e l'Organizzazione Mondiale della Sanità spingerebbero per una omosessualizzazione della società, tanto da somministrare ormoni nelle scuole all'insaputa delle famiglie ed ammettere persino la pedofilia come mezzo per soddisfare il diritto al piacere e come metodo pedagogico. Farneticazioni messe nero su bianco dalla professoressa del Liceo Classico "Botta" di Ivrea Cristina Zaccanti, nonchè referente eporediese delle "Sentinelle in piedi" (il movimento d’opinione che si oppone al disegno di legge Scalfarotto con il quale si introdurrebbe il reato di omofobia), e riportate per dodici edizioni sulle colonne del settimanale diocesano "Il Risveglio Popolare" e poi sul Bollettino Parrocchiale di Rivarolo.
L'attacco arriva niente di meno che dal Presidente del Consiglio Comunale di Ivrea Elisabetta Ballurio. "Sono preoccupata per la Diocesi e soprattutto perchè simili affermazioni provengono da un'insegnante. Da credente ho in mente una chiesa che accoglie. Prioritario è salvaguardare il benessere psicofisico dei ragazzi dando loro informazioni corrette. Per non avere poi magari qualche altro giovane che si butta dalla finestra perchè non si sente accettato". Così ha inforcato Ballurio nel corso dell'incontro organizzato giovedì sera dal Pd di Rivarolo Canavese all'Hotel Europa, fresca di un dibattito la sera precedente a Ivrea, dove il Consiglio Comunale ha votato quasi all'unanimità una mozione "contro ogni forma di disinformazione, pregiudizio e discriminazione fondata sulle tendenze sessuali dell'individuo" con l'adesione alla Rete RE.A.DY, Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, sottoscrivendone la Carta d'Intenti.
Un colpo di qua, ed uno di là. Ballurio non ha risparmiato la Dirigenza Scolastica del Liceo Botta. Se da un lato la Preside Lucia Mongiano s'è schierata a difesa della Zaccanti, scindendo il ruolo professionale dell'insegnante da quello della libera articolista, dall'altra gli studenti hanno espresso "indignazione" scrivendo una lettera aperta, intitolata "La paura dell'uguale", partendo dall'etimologia del prefisso “omo” che, tradotto dal greco, significa appunto “uguale”.
"Alla Preside – ha insistito Ballurio – rifaccio una domanda: ma uno studente, che legga l'articolo della professoressa e chieda conto di quelle tesi, che cosa potrebbe sentirsi rispondere? Una Preside questo problema deve porselo e non puo' tacere, per cui ringrazio i ragazzi che invece si sono espressi".
Ad incassare il colpo, giovedì sera, una Diocesi muta. Assente, dopo aver giustificato gli articoli con "l'esigenza di sollevare un dibattito", il Parroco di Rivarolo Don Raffaele Roffino. In sala il redattore de "Il Risveglio Popolare" Maurizio Vicario, seduto accanto a Don Stefano Teisa, parroco di Feletto, in religioso silenzio.
"Sono omofobo, qualunque cosa voglia dire – s'è alzato in piedi Vicario, solo contro tutti -, ho una famiglia stereotipata, per me la frontiera è la genitorialità delle famiglie omosessuali a cui sarei contrario anche se fossi ateo. Non mi è piaciuto l'attacco del Pd, partito al quale posso anche allinerarmi, che s'è preoccupato di prendere le distanze. Quei dodici articoli non se li è filati nessuno, e i ragazzi di 14 anni non li leggono. Non c'è stato silenzio, c'è stato un clamore esagerato. Non stimo particolarmente la Zaccanti e quell'articolo sul Bollettino non andava pubblicato. Appesantito dal riassunto di tutte le puntate, è stato scritto male e capito peggio, ma l'errore di base è stato mettere la parola pedofilia accanto ad omosessuale".
Ma Cristina Zaccanti, in effetti, non dice cose nuove. Quelle tesi esistono. "Si chiama terapia riparativa, che ho letto e riletto e ho denunciato e sono stato denunciato per averla denunciata, secondo cui l'omosessuale è un eterosessuale malato che puo' essere guarito con una disciplina che implica l'astinenza sessuale, Zaccanti ripete le parole del Professor Nicolosi" ha chiosato Don Franco Barbero, teologo e animatore della Comunità Cristiana di base di Pinerolo, che questa domenica ha celebrato il suo 304esimo matrimonio gay. "Non mi vergogno di dire che negli anni '62 e '63 – ha raccontato - pensavo fosse una devianza. L'ascolto mi ha guarito. Ho capito che anche loro vivevano un amore egualmente valido, costruttivo. Ho un'infinita speranza, anche in questo partito. Non dobbiamo spegnere il sogno di una società più giusta"
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