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IVREA. Vendevano alloggi sulla carta. Epifani tra i sedicenti truffati ma il reato è prescritto

IVREA. Vendevano alloggi sulla carta. Epifani tra i sedicenti truffati ma il reato è prescritto

tribunale

Accusati di aver venduto alloggi a Parigi solo sulla carta, con la promessa, mai concretizzata, di consegnarli, perfettamente ristrutturati, nell'arco di due anni.

Paolo Cardinale e la moglie Maria Teresa Del Signore, finiti sul banco degli imputati, presso il Tribunale, con l'accusa di truffa (difesi dagli avvocati Ardissono e Oberto Tarena), hanno visto il reato, a loro contestato, prescritto, come stabilito lunedì scorso dal giudice Maria Claudia Colangelo.

Il terremoto giudiziario, scatenato dalla denuncia di una trentina di acquirenti, tra cui l'ex segretario della Cgil ed attuale deputato Pd, Guglielmo Epifani, si è così risolto in una bolla di sapone.

Tutto ha origine, infatti, nel lontano 2001. La coppia, settantenne, era all'epoca titolare della società Apco, agenzia immobiliare che si occupava della vendita di alloggi oltralpe, con sede ad Ivrea ma priva, com'era poi risultato dalle indagini delle Fiamme Gialle, della dovuta autorizzazione.

Al centro della vicenda la compravendita di numerosi appartamenti a Parigi. In tanti, compreso Epifani, si erano lasciati conquistare dalle splendide immagini e dagli annunci apparsi su alcune riviste. Ma l'iter si era allungato irrimediabilmente. Colpa, secondo la difesa, di un incidente di percorso in quanto la ditta, che doveva occuparsi delle ristrutturazioni, era di lì a poco fallita. Tanto è vero che lo stesso Cardinale aveva acquistato uno di quegli alloggi. Ma c'è un altro particolare che aveva fomentato la rabbia dei sedicenti truffati. Solo succesivamente avevano appreso che quegli alloggi risultavano ancora occupati da persone che, secondo la legge francese, ne avevano diritto dal dopoguerra.

"Erano appartamenti occupati, venduti come liberi ma noi compratori non eravamo stati avvisati – aveva raccontato una delle persone offese davanti al giudice all'udienza del marzo scorso -. Avevo avuto la promessa di ottenerlo, chiavi in mano, ristrutturato, entro due anni. Invece ne ero proprietaria soltanto idealmente. Ciò nonostante abbiamo dovuto affrontare delle spese per la messa in sicurezza del palazzo, in seguito ad un'ordinanza dell'autorità francese, perchè pericolante. Non ci avevamo messo una pietra sopra ma aspettavamo che fosse il nostro avvocato ad occuparsene". Riguardo a Cardinale aveva raccontato che "lo vedevo alle riunioni condominiali perchè era anche lui proprietario di un piccolo studio. Credo che anche lui avesse dei problemi da sgrumare. Rimaneva l'illusione".

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