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20 Novembre 2014 - 17:00
Liti per un nonnula. Essere vicini di casa non è semplice. Lo sanno bene gli abitanti del quartiere Bellavista, dove la locale Associazione "Ballavista Viva" ha deciso di intervenire direttamente sulle cause dei disagie contribuire a rasserenare il clima. Così è stato attivato il progetto “Bellavista si cura”, finanziato dalla Compagnia di San Paolo, realizzato dal Gruppo Abele e e sostenuto dal Consorzio InRete e dal Comune di Ivrea.
"Il quartiere ha subito un degrado – spiega Daniela Peagno dell'Associazione -, sono arrivate persone di culture diverse, si sono create situazioni conflittuali".
"Si sperimentano – spiega l'Assessore Augusto Vino – forme innovative di gestione dei conflitti, a partire dalle problematiche presenti negli edifici di edilizia sociale, per ricomprendere anche i rapporti con ATC e Amministrazione Comunale".
“Bellavista si cura” punta a sollecitare forme di responsabilizzazione dei cittadini nella risoluzione dei conflitti e nella partecipazione alla gestione dei beni pubblici. Si avvale delle competenze in tema di mediazione dei conflitti e delle esperienze del Gruppo Abele che, a partire dalla metà degli anni ’90, ha attivato un settore di attività dedicato al tema della coabitazione e dell’insicurezza dei cittadini legata al quartiere. Negli anni ha collaborato nelle definizione dei progetti torinesi di Cascina Roccafranca e di Casa del quartiere di San Salvario e ha realizzato interventi di mediazione abitativa nel progetto “Contratti di Quartiere”, così come nell’attività di Urban 2.
Già da qualche settimana, a Bellavista, è stato attivato no sportello di ascolto, aperto il mercoledì pomeriggio al Centro Civico.
"Sono già arrivate molte segnalazioni – spiega Marco Bertoluzzo del Gruppo Abele – circa rumori,, gestione degli spazi comuni, prevaricazioni, prepotenze rispetto al aprcheggio. Faremo un corso e, superata questa fase, lavoreremo sulla partecipazione, per esempio con i giovani, che danno fastidio agli anziani con i motorini, cicche per terra. Ci sono anche i conflitti legati al decoro: cani lasciati liberi, che sporcano ed i proprietari non puliscono. E poi gli anziani chiusi in casa, incattiviti, perchè soli".
Il progetto si concluderà tra 12 mesi e prevede attività di ascolto, di mappatura dei conflitti ed interventi di risoluzione dei conflitti. Si costituiranno quattro tavoli di lavoro aperti al contributo di tutti i cittadini, per individuare problemi e possibili soluzioni in tema di: anziani, giovani, sport, ambiente e gestione degli spazi pubblici.
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