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SAN MARTINO. Senegalese adescato da un travestito. "L'ho rifiutato e mi ha denunciato"

SAN MARTINO. Senegalese adescato da un travestito. "L'ho rifiutato e mi ha denunciato"

Accusato di aver derubato un automobilista del cellulare dopo aver accettato un passaggio in macchina il 19 ottobre scorso. L'altra settimana è stata celebrata l’udienza di convalida dell’arresto di un ventenne senegalese, rifugiato del progetto “Mare Nostrum” ed ospite presso una comunità canavesana. Il ragazzo, davanti al giudice del Tribunale di Ivrea, ha fornito una versione un po' diversa, raccontando di non aver rubato nulla ma di aver tentato la fuga, dal mezzo, per sfuggire alle avance del conducente, dopo aver notato che si trattava di un travestito.

Il senegalese, quel pomeriggio di un mese fa, stava tornando alla comunità, in bicicletta, lungo la provinciale 56, quando un suv gli si è accostato vicino. Dal finestrino si è sporta una signora, o almeno quella che in principio il ragazzo africano ha creduto essere una signora. Bionda, con il rossetto. Gli ha offerto un passaggio. Appena salito in macchina, si è accorto che in realtà era un uomo travestito da donna.

"Il travestito – evidenzia l’avvocato difensore Manuel Peretti è un uomo di 55 anni, che, secondo quanto riferito dal mio assistito, avrebbe cercato di adescarlo con esplicite avance. Il giovane si è spaventato, non voleva assolutamente stare con lui. E’ saltato giù dall’auto ed ha cercato di allontanarsi in bicicletta, ma il 55enne canavesano l’ha nuovamente raggiunto e ne è nata una colluttazione. Alla fine il ragazzo si è allontanato tornando alla comunità. Si è saputo dell'accaduto quando l’uomo si è rivolto ai Carabinieri, per denunciare una rapina, ma non è vero niente. Il giovane ragazzo ritiene che la presunta vittima abbia voluto vendicarsi per essere stato rifiutato".

Al ragazzo, tra l’altro è stata sequestrata la bicicletta, come mezzo utilizzato per il reato che gli viene contestato. La suggestiva tesi della difesa, però, svela un aspetto sconosciuto del mondo che circonda i profughi. Fino ad ora si sapeva, infatti, che alcuni di loro per “arrotondare” si spingessero a fare i parcheggiatori, gli ambulanti, alcuni persino gli spacciatori. Dopo questo fatto invece si scopre un giro di attività anche di natura sessuale, nel quale questi giovani adescano o vengono adescati, da uomini e donne o, come nella vicenda narrata, di uomini che si travestono da donne.

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