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IVREA. Scaricano 140mila euro da falsa fattura. Alla sbarra per progetto area Pip

IVREA. Scaricano 140mila euro da falsa fattura. Alla sbarra per progetto area Pip

Nei progetti iniziali la riconversione di quel capannone vuoto, nell'area industriale di San Bernardo, che oggi ospita il ristorante "Da Biroff" con bocciodromo annesso, sarebbe dovuto diventare un modello imprenditoriale. Il businnes plan venne addirittura curato insieme al Coni e alla Federazione Bocce per incentivare l'avvicinamento dei giovani al gioco bocce, e con il benestare dell'allora Sindaco di Ivrea Fiorenzo Grijuela visto che in città mancava una struttura simile, per cui occorse prevedere una destinazione ludica con una variante al Piano Regolatore Comunale.

Ma andò come previsto. Il Comune finì addirittura col bloccare i lavori e sigillare i locali, per cui si rese necessario il condono edilizio, e presso il Tribunale di Ivrea è attualmente in corso un processo, a carico della titolare della dittà proponente Marino snc, Maria Marino, imputata per utilizzo indebito di falsa fattura, secondo il decreto legislativo 74/2000.

Secondo l'accusa, sostenuta dal Pubblico Ministero Roberta Bianco, la società avrebbe scaricato l'Iva (per il valore di ben 140mila euro) di una fattura, che venne pagata, però, soltanto due anni anni dopo e solo a metà, al proprio commercialista, come emerse dai controlli effettuati dall'Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza.

"Quella fattura da 700mila euro, oltre Iva al venti per cento, datata dicembre 2006 – ha confermato la persona offesa, il dottor Elio Serafino, interrogato presso il Tribunale di Ivrea, davanti al giudice Claudia Colangelo mi è stata pagata due anni dopo. Allora pensavo che sarei stato pagato subito, poichè i signori Maria Marino ed il marito Natalino Fogliano, nel 2006 ottennero un milione di euro di mutuo dall'Unicredit e altri 800mila euro da un'altra banca. I lavori non furono conclusi, vennero paralizzati dalle indagini dell'Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza. Non ho fatto decreto ingiuntivo, ho atteso l'esito della vicenda, che per me è stata molto onerosa".

Serafino ha raccontato come nacque il progetto e come fallì. Nel 2001 Fogliano e Marino decisero di investire in un capannone, lasciato vuoto da una ditta di trasporti. L'attività cominciò come Circolo Sportivo. Andava ad innestarsi come area servizi in un'area Pip, con l'okey dell'allora Assessore all'Urbanistica Alberto Redolfi. "Il progetto – ha riferito Serafino - aveva valenza se fosse diventato operativo, ma non avvenne, benchè venne anche colta l'opportunità data dalla Legge Europea sulla concentrazione di imprese".

"Su quel progetto diedi addirittura la mia seconda tesi di laurea sul tema 'società anomale' a cui ho fatto collaborare anche il dottor Fracanzani dell'Università di Genova– ha raccontato e ribadito per tutta la durata della deposizione -. La mia attività, infatti, non si limitava ai bilanci: questa fattura va inquadrata in una raccolta di idee legata alla mia laurea su progetti industriali e commerciali".

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