Solo l'analisi in corso delle 'scatole nere' potrà dare certezze sui perché dello scontro in cielo tra due Tornado, ma dalla procura militare di Verona trapela la convinzione che il velivolo pilotato dal capitano Mariangela Valentini, con a bordo il capitano navigatore Paolo Piero Franzese, si trovava a una altezza diversa rispetto a quella programmata in quella fase dell'esercitazione. La collisione tra i due aerei militari era avvenuta nel corso di una attività addestrativa, la mattina del 19 agosto scorso sopra le colline di Ascoli Piceno. Lo scontro, tra il primo velivolo e quello pilotato dal capitano Alessandro Dotto, con il capitano navigatore Giuseppe Palminteri, era accaduto a circa 300 metri d'altezza. "Non c'è corrispondenza con l'altezza pianificata" per quanto concerne il velivolo dell'ufficiale donna, rilevano fonti della procura militare scaligera, dove è aperto un fascicolo per l'ipotesi di perdita colposa di aeromobile. "Questo però non significa - sottolineano con forza dalla procura - che si sia in presenza di una colpa. Il pilota, infatti, può avere mille ragioni di natura tecnica che lo possono indurre a cambiare o a non trovarsi all'altezza pianificata. Il pilota nei momenti del volo deve prendere in considerazione mille circostanze e quindi decidere il da farsi". Il caso è seguito dal procuratore miliare Enrico Buttitta e dal sostituto Luca Sergio. Allo stato degli accertamenti, insomma, non ci sarebbero elementi certi per ipotizzare che il capitano Mariangela Valentini abbia avuto un qualche tipo di responsabilità nell'incidente, anche se si trovava a un quota diversa rispetto a quella che si ritiene dovesse essere in quella fase dell'esercitazione. Parallela all'inchiesta della procura militare c'è quella aperta dalla procura ordinaria di Ascoli Piceno che ha un fascicolo per disastro aereo colposo e omicidio colposo. Proprio l'analisi dei contenuti delle scatole nere e del "voice recorder" dei due tornado è stata affidata alcune settimane fa a due ex piloti dell'Aeronautica Militare. Nelle prime fasi delle indagini, si era fatta strada l'ipotesi di un errore umano, ma gli inquirenti veronesi ripetono che solo quando saranno espletati tutti gli accertamenti legati alle consulenze tecniche "si potrà sapere come sono andate le cose e se ci sono eventuali responsabilità. Ci vorrà ancora qualche mese per conoscere i risultati delle perizie".
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