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OZEGNA. Chiesto un anno e sei mesi per sessantenne: a lei tutta l'eredità della cugina disabile

OZEGNA. Chiesto un anno e sei mesi per sessantenne: a lei tutta l'eredità della cugina disabile

tribunale

Chiesti un anno e sei mesi di reclusione per Loredana Erbetta, 60 anni, residente a Ozegna, alla sbarra per il reato di circonvenzione d'incapace e difesa dall'Avvocato Luca Fiore. Secondo l'accusa avrebbe indotto la cugina Silvana Vittone (di due anni più grande, disabile totale, deceduta nel 2007), di cui era tutore, ad interstarle tutti i suoi averi.

Il processo, come succede in questi casi, è partito in seguito alla denuncia di altri cugini, Luisella e Piero Marchiando e Sergio Vittone, i quali hanno impugnato il testamento sottoscritto nel 1999 e si sono costituiti parte civile con l'avvocato Pierfranco Sado per chiedere, nella contesa dell'eredità, un lauto risarcimento danni. Le conclusioni sono state formulate lo scorso giovedì pomeriggio di fronte al giudice Marianna Tiseo del Tribunale di Ivrea.

"Anche se non c'è un atteggiamento di raggiro vero e proprio – ha premesso il Pubblico Ministero -, dal punto di vista giuridico, l'articolo 643 del codice penale non comporta necessariamente la malafede, si parla di profitto ingiusto e la sensazione che si ha è che l'imputata si sia effettivamente presa cura della Vittone: in cambio delle attenzioni c'era l'accordo di destinarle i beni. E' un ragionamento che si fa in molte famiglie ma in questo caso la Vittone non era in grado di intendere e di volere". Il Pm ha chiesto comunque il riconoscimento elle attenuanti generiche, alleggerendo così una condanna che potrebbe andare dai due ai sei anni di reclusione.

Ma proprio sul carattere dell'accordo si basa tutto il castello difensivo. Erbetta, come ha ricordato l'Avvocato Fiore, era stata scelta come tutore, dai genitori della Vittone, negli anni Novanta. "Stavano invecchiando, tanto è vero che entrambi sono mancati nei primi anni del 2000 – ha ricordato il legale -. Erano preoccupati della fine che avrebbe fatto la figlia. E' questo il discorso che fanno alla Erbetta: prenditene cura e tieniti il patrimonio. Così tolgono Silvana dalla casa di riposo, dove avrebbe potuto tranquillamente stare. Il testamento era stato concordato, concepito in famiglia". Il processo è stato rinviato a novembre per le repliche e la sentenza.

 

 

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