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Cuorgnè
22 Febbraio 2024 - 18:59
La docente Elisabetta De Marco, mercoledì 21 febbraio nel ciclo delle Conferenze UNITRE’ di Cuorgnè presso ex chiesa della SS. Trinità –Via Milite Ignoto ha parlato della Biblioteca sociale: un luogo democratico e accogliente che opera facilitando la creazione di conoscenza, la riduzione dei devides e promuovendo il senso di comunità.
Le biblioteche oggi sono creatrici di Comunità, raggiungono in modo proattivo nuovi luoghi pubblici e utilizzano un ascolto efficace per sostenere la progettazione di servizi che soddisfino le esigenze locali e contribuiscono a migliorare la qualità della vita.
Il pubblico ha fiducia nella propria biblioteca e, in cambio, la biblioteca pubblica ambisce a mantenere informata e consapevole la propria Comunità in modo dinamico. I servizi della biblioteca sono erogati in base alle pari opportunità di accesso per tutti, indipendente dall’età, dall’etnia, del genere, dalla religione, dalla nazionalità, dalla lingua, dallo status sociale e da qualsiasi altra caratteristica.
Per questo è stata approvata dalle nazioni Unite il 1° gennaio 2016 l’agenda 2030, per porre fine alla povertà, proteggere il Pianeta e assicurare prosperità a tutti entro il 2030. Si caratterizza per un approccio multidimensionale che inquadra lo sviluppo sostenibile come un processo da costruire su tre dimensioni: economica, sociale e ambientale. L’agenda è divisa in 17 Obbiettivi (Susteinable Development Goals) universali indivisibili ed interconnessi, declinati in 169 targets e accompagnati da 240 indicatori di misurazione.
Per le biblioteche l’obiettivo più frequentemente associato è il n. 4, istruzione di qualità, che si declina nei termini dell’alfabetizzazione universale, educazione ambientale e sostenibile, accesso alle risorse documentarie, sviluppo di competenze e abilità. Oggi le Biblioteche possono concorrere alla realizzazione anche di altri obbiettivi dando accesso alle fonti che riguardano altri temi: salute, benessere, lotta al cambiamento climatico e consumi responsabili.
La biblioteca con il prestito e la consultazione dei volumi, sensibilizzando su temi quali la violenza di genere e i diritti delle donne. Poi con le iniziative legate alle giornate a tema, dando accesso e assistenza nell’utilizzo di nuove tecnologie, e per le opportunità formative: lavoro dignitoso e crescita economica. La Biblioteca dando accesso alla rete internet e supporto nell’utilizzo delle piattaforme, promuove la libertà d’accesso inclusiva per ridurre le diseguaglianze.
Le Biblioteche oggi possono dare il loro contributo alla costruzione di Comunità inclusive, per città e Comunità sostenibili. Le Biblioteche grazie alla loro natura inclusiva e democratica promuovono pace, giustizia, istituzioni solide, perché la Biblioteca aperta è davvero di tutti. Oggi la Biblioteca secondo il rapporto BES, Benessere Equo e Sostenibile in Italia del 2021,è lo strumento per misurare il grado in cui le politiche producono cambiamenti nella vita delle persone, tale strumento è attivato attraverso Istat e CNEL. Da questo rapporto emerge che nel 2021 l’abitudine a recarsi in biblioteca nel 2022-2021 con la pandemia covid in atto ha ridotto l’affluenza.
Ma la biblioteca è luogo di socializzazione anche se la sua percezione nell’immaginario collettivo è passata da una vecchia affermazione di Michel Merot: “Magazzini tranquilli e silenziosi dove i libri attendono pazientemente i lettori”, alla moderna piazza del sapere come ha scritto l’autrice Antonella Agnoli, in grado di accogliere l’utenza in modo neutrale, non discriminatorio e non giudicante. Le Biblioteche devono divenire piazze del sapere, luogo di incontro e scambio, luogo dell’esercizio della democrazia e del dialogo delle culture. Oggi nelle nostre città le piazze sembrano svuotarsi in favore di altri centri di aggregazione. Ecco: le biblioteche per sopravvivere dovrebbero essere ristrutturate come vere e proprie piazze, luoghi dove fermarsi, rilassarsi, apprendere e condividere.
Luoghi come questi sono più che mai necessari perché gran parte degli spazi di questo tipo sono stati eliminati dalla commercializzazione. La biblioteca oggi è uno dei pochi luoghi dove possiamo accedere gratuitamente. Uno spazio pubblico ha valore solo se è utile al benessere dei cittadini, se è accessibile a parsone di tutte le età e provenienza. Solo se si riesce a coinvolgere i cittadini nella sua identità e creazione e manutenzione. Occorre fare in modo che gli utenti la sentano come propria, ecco perché la Biblioteca deve proporsi come terzo luogo.
Il terzo luogo in inglese Third Places è stato coniato dal sociologo urbano Ray Oldenburg nel 1989. Il primo luogo è la propria casa, il secondo luogo è il posto di lavoro dove si passa la maggior parte del tempo ed infine il terzo luogo è un posto dove sentirsi a casa, rilassarsi e divertirsi, stare insieme e condividere con gli altri le idee. Il terzo luogo è casa, ma lontano da casa. Il terzo luogo sono le Biblioteche dove stanze piene di libri diventano luogo di apprendimento per offrire servizi alla comunità e socializzare per creare una permanenza di prolungato benessere. La docente ha illustrato tre esempi di biblioteche, Londra, Danimarca Italia progettate secondo i principi fino qui enunciati.
È un’illusione pensare di attirare oggi i giovani proponendo una tecnologia che loro non frequentano, ma è molto più facile oggi attirali con azioni culturali e politiche come difendere il pianeta o sulla pace. Verso la fine la docente ha parlato di quanto fatto nel 2023, 20 letture ad alta voce con laboratori per bambini 0-3 anni, 4 laboratori per ragazzi 8- 11 anni, 27 attività con le classi della scuola primaria e materna coinvolgendo 120 alunni. Sono state consegnate 11 scatole di libri alle classi della scuola primaria e materna per circa 200 libri. Per la promozione della lettura nel 2023 sono stati svolti 15 aperibook: aperitivo con l’autore, 2 contest per adulti, manga e incipit offresi, ed infine 1470 nuovi libri catalogati e messi a disposizione degli utenti della biblioteca. Nel 2023 sono stati dati in prestito 12.125 libri in prestito rispetto ai 8.700 del 2022 con un incremento del 39%.
La docente Maria Chiara Santoro ha illustrato il progetto P.A.S.S.I Montani e la rete delle Portinerie di Comunità, dove si può fare ancora molto. In questo periodo fragile è importante un’alleanza fra le istituzioni pubbliche e private che mette al centro chi abita in un territorio per costruire un nuovo modello di welfare di comunità. La Portineria di Comunità è un presidio leggero culturale e sociale, nasce all’interno del progetto P.A.S.S.I Montani, rappresenta un presidio culturale e sociale che si sviluppa all’interno di un luogo pubblico, uno spazio per grandi e piccoli, di socialità e incontro quale la biblioteca.
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