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Cuorgnè
08 Febbraio 2024 - 19:45
All’Uunitre di Cuorgnè i docenti Pier Luigi Bernard e Cristina Martinetti nel pomeriggio di mercoledì 7 febbraio alla Trinità di Cuorgnè, via Milite Ignoto, ci hanno fatto rivivere nei nostri animi il loro viaggio in Mongolia. La Mongolia uno stato che confina a nord con la Russia, a sud con la Cina, due potenti ed ingombranti vicini. Nelle bellissime diapositive ben commentate da Cristina, sembrava di essere anche noi li in Mongolia, una terra pura. Con notti stellate che qui neanche ci immaginiamo e di giorno il cielo azzurro, nel periodo di inizio ottobre.
La sua natura così selvaggia ci ha riportato indietro nel tempo per vivere emozioni dimenticate e riassaporare il valore di una vita semplice. Sono arrivati in aereo nella capitale Ulan Bator, che significa eroe rosso, in onore di Damdin Sùhbaatar, che aveva liberato con l’armata rossa la Mongolia dal dominio cinese. Prima del 1924 la città era nota come Urga, l’eroe nazionale e Gengis Khan.
Dalla capitale in aereo sono arrivati a Koud, poi su fuoristrada sono andati verso il parco Tsamba Garau Uul. Durante il percorso hanno trovato frequentemente diversi ovoo. Ovoo significa letteralmente “cumulo di sassi”, sono molto frequenti questi mucchi di sassi. Ci hanno spiegato che quando si viaggia, c'è l'usanza di fermarsi e girare in cerchio intorno all'ovoo per tre volte, in senso orario, al fine di avere un cammino più sicuro. Di solito, delle pietre vengono prelevate dal suolo e aggiunte al mucchio. Inoltre, si possono lasciare offerte sotto forma di caramelle, soldi, latte o vodka, oltre alle khadag, le sciarpe cerimoniali azzurre simbolo del cielo e del dio Tengri.
Finalmente le alte montagne dell’Altai sono in vista, e si sale sui 2000 mt slm. Arrivano nella Mongolia occidentale, dove alle pendici dei monti Alai, quasi al confine con la Russia, vivono comunità nomadi della minoranza Kazaka che si tramandano di padre in figlio l’antica tradizione kazaka della caccia con l’aquila reale. Sono anche conosciuti come búrkitshy, che vivono nella remota provincia di Bayan-Ulgii. Durante i mesi estivi, queste famiglie si spostano in cerca dei pascoli freschi per nutrire il loro bestiame, mentre durante l'inverno, quando la pelliccia delle loro prede è più spessa, approfittano della neve per cacciare con le loro aquile reali. A ottobre a Bayan Olgii, avviene il grande raduno per la caccia con le aquile, dove i più esperti in quest’arte venatoria si sfidano in prove di destrezza con i loro stupendi rapaci. La competizione prevede la prova di caccia con le proprie aquile, durante la quale l’aquila deve catturare un pezzo di pelliccia di volpe trascinata da un cavallo in corsa e altre prove di abilità, tra cui corse di cammelli e cavalli. Questa gara è una vera e propria sfida di abilità e velocità dove alla fine viene eletto il cacciatore con l’aquila più precisa.
Nel loro viaggio hanno soggiornato nelle caratteristiche gher, le tipiche abitazioni dei nomadi mongoli. Nel loro viaggio si sono imbattuti in mandrie di cammelli e cavalli, hanno viaggiato con loro in spazi immensi e con loro abbiamo condiviso questa esperienza unica. Un bellissimo documentario del loro viaggio effettuato nel 2019, con la voce narrante di Cristina, foto di Pier Luigi che ha anche abbinato delle significative musiche.
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