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CUORGNE'. Morti sospette all'ospedale, medico alla sbarra. Morte causata da dimissioni

CUORGNE'. Morti sospette all'ospedale, medico alla sbarra. Morte causata da dimissioni

L'ospedale di Cuorgné

Quale nesso di causalità potrebbe esserci tra le dimissioni dall'ospedale, il 4 agosto del 2011, e la morte, avvenuta un mese dopo, di Paolo Monteu Saulat, cuoco di Pont Canavese mancato a soli 41 anni per un'ischemia, il 1° settembre di quell'anno? Per quel fatto si trova a processo Roberto Scala, 53 anni, medico dell'ospedale di Cuorgnè. Assistito dall'avvocato Giuliano Arimondo del foro di Torino, è accusato di omicidio colposo. Secondo i consulenti dell'accusa e della parte civile, sentiti venerdì scorso di fronte al giudice del Tribunale di Ivrea Ludovico Morello, infatti, il nesso può dirsi provato. Monteu, come hanno confermato le consulenze tecniche, si era recato al Pronto Soccorso di Cuorgnè per un dolore toracico, a cui si aggiungeva dolore al gomito sinistro e sudorazione. La prima volta il 4 agosto, poi il 31 dello stesso mese. All'ospedale gli era stato eseguito il cardiogramma e il test della troponina, un complesso proteico ad alto peso molecolare capace di agire sul tessuto muscolare: i valori della troponina nell'infarto si possono innalzare dopo circa 4-8 ore dall'evento per raggiungere il picco dopo 24-48 ore e mantenendosi a livelli elevati per circa 10 giorni. L'elettrocardiogramma aveva dato esito negativo. Ma i livelli della troponina si erano innalzati al secondo controllo svolto alle 23.32. "Il paziente non doveva essere dimesso di fronte a quei valori alterati – ha sostenuto il Ctu Roberto Testi -. Andavano svolti almeno tre controlli, si sarebbe dovuto tenere sotto osservazione Monteu Saulat per almeno dodici, diciotto ore. Su questo non c'è dubbio". Più difficile, per il consulente, dire se furono quelle dimissioni a causare la morte il mese dopo. "Posso dire che, in termini di probabilità logica, se si fossero seguite le linee guida, la morte sarebbe stata evitata – ha aggiunto Testi -. A quell'età sarebbe potuto bastare un trattamento atto a ristabilire la circolazione coronarica". Ma com'è possibile che Scala avesse agito in modo così superficiale? "Le ipotesi sono due – ha risposto il Ctu al Pubblico Ministero Ombretta Russo -.O l'esame è stato visto ma il paziente è stato dimesso lo stesso oppure l'esame non è stato visto. Mi sembra difficile che un medico metta in atto tutta la procedura e poi non colga il campanello d'allarme". Versione confermata dal consulente Capone della parte civile. Il processo è stato rinviato al 1° luglio per sentire altri testimoni. La sentenza sarà pronunciata il 30 settembre. La vicenda rientra tra l'altro tra i quattro casi di "morti sospette" nel giro di un anno, tanto da aver indotto la Procura di Ivrea ad accendere i fari sull'ospedale di Cuorgnè: Monteu Saulat ma anche Luciana Oppedisano, Maria Rosa Simonetta e Ida Berta. Tutti si erano fatti visitare, erano stati dimessi e poi avevano avuto ricadute qualche tempo dopo.
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