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10 Marzo 2015 - 09:20
tribunale
Murato vivo. In casa propria. Così che non possa dare fastidio ai vecchietti dell'attigua casa di riposo... Ha dell'incredibile l'iniziativa adottata dal Comune di Cuorgnè nei confronti in un inquilino di vicolo Trinità, residente in un alloggio al piano terra delle case popolari.
A fine novembre all'uomo è arrivata una blanda comunicazione firmata dalla responsabile dell'Ufficio Tecnico comunale, in cui veniva ventilata la posa di alcuni cancelletti. Due giorni degli addetti hanno piazzato inferriate a tutte le porte e le finestre del piccolo appartamento che s'affacciano sul cortile senza, però, consegnargli nemmeno una chiave. Non solo il poveretto ora non può più mettere piede nel cortiletto comune con la dirimpettaia struttura per anziani Umberto I, dove prima usciva a prendere una boccata d'aria o a passeggiare, ma non può nemmeno chiudere e riaprire le ante.
Resta soltanto, libero, il portoncino d'ingresso. Con tutti i disagi legati alla limitazione della propria libertà, ma anche alla propria sicurezza. Per esempio: se dovesse mai capitare un incendio e l'uomo si trovi impedito ad uscire dal portoncino? Restando alle necessità quotidiane, ci sono problemi legati all'accesso al contatore del gas, posto sul lato del cortile.
L'uomo, di fronte ad un'assurdità tale, si è rivolto all'avvocato Daniela Dematteis che ha immediatamente intentato una causa possessoria, affinché siano levate le sbarre, ed ha sporto querela contro il comune per violenza privata ed abuso d'ufficio. Ha scritto anche una lettera indirizzata al Municipio, cui è seguito un carteggio con il legale dell'ente Monica Sereno Regis, che in un'ultima lettera ha anche intimato al poveretto di rinunciare all'alloggio entro il 15 marzo, sennò verrà assegnato ad altra persona.
Eppure il Comune non ha mai contestato nulla formalmente. Nella comunicazione di novembre viene soltanto asserito di voler evitare che l'uomo invada gli spazi degli anziani.
Se una persona che non ha particolari possibilità economiche e riceve particolari aiuti dallo Stato – sottolinea l'Avvocato Dematteis - comunque non è tenuta ad accettare tutto ciò che il Comune impone, non si può murare questa persona in casa. Se si vuole dividere l'accesso, il Comune provveda piuttosto a realizzare una recinzione che segni il confine tra casa di riposo e case popolari, non può sistemare inferriate alle porte del mio assistito".
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