AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
29 Dicembre 2025 - 10:34
Michele Uras
SETTIMO TORINESE. È morto Michele Uras. È successo ieri, all’improvviso. Una tragedia. Una notizia che colpisce come un pugno e lascia un vuoto profondo non solo nel mondo dell’atletica piemontese, ma anche in quella comunità silenziosa e operosa che lavora dietro le quinte dello sport, della scuola e della vita pubblica, lontano dai riflettori ma indispensabile perché le cose funzionino davvero.
Classe 1969, Michele Uras era giudice nazionale FIDAL, ruolo che aveva svolto per anni con competenza, rigore e una passione autentica. Sui campi di atletica era una presenza costante, riconoscibile per lo stile sobrio e misurato, per l’attenzione ai dettagli e per il rispetto assoluto delle regole, ma soprattutto delle persone. Per lui lo sport non era mai soltanto cronometro, classifiche e regolamenti: era educazione, crescita, trasmissione di valori, responsabilità verso i più giovani e verso una comunità che nello sport trova ancora un terreno di lealtà e confronto.
Chi lo ha conosciuto lo ricorda come una figura affidabile, disponibile, mai sopra le righe. Uno di quelli che arrivano prima e vanno via per ultimi, che spiegano, che accompagnano, che correggono senza umiliare. Un punto di riferimento per molti giovani ufficiali di gara, ai quali ha trasmesso non solo competenze tecniche, ma anche un modo di stare nello sport fatto di serietà, rispetto e spirito di servizio. Il suo contributo alla formazione di nuove generazioni di giudici è stato concreto e continuo, costruito giorno dopo giorno, gara dopo gara, spesso senza clamore, ma con una dedizione totale.
Accanto alla passione sportiva, Michele Uras aveva dedicato una parte importante della sua vita anche alla scuola. Era stato presidente del consiglio d’istituto dell’Istituto di Istruzione Superiore di Settimo Torinese Galileo Ferraris, oggi Istituto 8 Marzo, e in precedenza aveva lavorato anche alla Roncalli. Un impegno, il suo, vissuto con lo stesso spirito che metteva nello sport: presenza costante, ascolto, capacità di tenere insieme persone diverse per il bene comune.
Proprio dall’Istituto comprensivo Settimo II è arrivato uno dei ricordi più intensi, che restituisce la cifra umana di Michele Uras: «Oggi il nostro pensiero va al signor Uras, una figura che ha lasciato un segno profondo nella nostra scuola. Non dimenticheremo mai il suo entusiasmo per quel progetto internazionale nato nel periodo più buio, quello della pandemia. Mentre tutto si fermava, lui ci spronava ad andare avanti per il bene degli studenti. Desiderava che il lavoro dei ragazzi fosse conosciuto da tutti, fiero dei risultati che, nonostante le distanze, riuscivamo a raggiungere insieme. Il successo di quel percorso è la sua eredità più bella. Grazie per aver creduto in noi e nei nostri giovani». Parole che raccontano più di qualsiasi curriculum il suo modo di essere: concreto, visionario, profondamente legato ai ragazzi e al loro futuro.
Accanto a sport e scuola, Michele Uras coltivava anche un interesse sincero per la vita civica e politica della sua città. Una passione che non era rimasta confinata al dibattito privato, ma che si era tradotta in un impegno diretto: alle ultime elezioni amministrative di Settimo Torinese aveva infatti scelto di candidarsi nelle liste di Forza Italia, mettendosi in gioco in prima persona. Una scelta che racconta il suo desiderio di partecipazione, di contribuire al confronto democratico e di portare nella politica locale lo stesso approccio che aveva nello sport e nella scuola: correttezza, rispetto delle regole, senso delle istituzioni.
La sua scomparsa è stata accolta con cordoglio e commozione da tutto l’ambiente FIDAL, che in queste ore lo ricorda con messaggi di affetto e riconoscenza. Perché persone come Michele Uras tengono in piedi lo sport vero, quello fatto di volontariato, di serietà, di impegno quotidiano lontano dalle luci della ribalta. E allo stesso tempo rappresentano quel tessuto civile che tiene insieme le comunità, fatto di cittadini che non si limitano a osservare, ma scelgono di partecipare, di assumersi responsabilità, di esserci.
Alla famiglia, alla moglie Annalisa e alla figlia Carola, agli amici e a chi ha condiviso con lui piste, tribunette, consigli d’istituto, riunioni e giornate di gara va il pensiero e l’abbraccio di chi oggi racconta questa perdita con rispetto. Se ne va un uomo schivo, ma resta il segno del suo lavoro, inciso in ogni gara che ha contribuito a rendere possibile, in ogni progetto scolastico che ha sostenuto, in ogni percorso umano che ha aiutato a costruire. Insomma, uno di quelli che non fanno rumore, ma che quando mancano si sentono eccome.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.