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Cronaca

Addio a Maria Sole Agnelli, sorella dell’Avvocato. Aveva 100 anni

Sorella di Gianni e Susanna Agnelli, aveva guidato un comune umbro negli anni Sessanta

addio a Maria Sole Agnelli, un secolo tra servizio pubblico, famiglia e cavalli

Addio a Maria Sole Agnelli, sorella dell’Avvocato. Aveva 100 anni

È morta a cent’anni Maria Sole Agnelli, sorella dell’Avvocato Gianni Agnelli e di Susanna Agnelli. Una figura rimasta spesso ai margini della narrazione pubblica della dinastia, ma che ha attraversato un secolo di storia italiana con un ruolo tutt’altro che decorativo, tra impegno civico, responsabilità istituzionali e una presenza costante nel mondo culturale legato alla famiglia.

Nata il 9 agosto 1925 a Villar Perosa, Maria Sole Agnelli ha vissuto dentro una delle genealogie più influenti del Novecento italiano, scegliendo però una traiettoria personale meno esposta e più concreta. Dal primo matrimonio con Ranieri Campello della Spina sono nati Virginia, Argenta, Cintia e Bernardino; dal secondo, con Pio Teodorani Fabbri, il figlio Eduardo. Una vita privata intrecciata con incarichi pubblici che, negli anni Sessanta, non erano affatto scontati per una donna.

Dal 1960 al 1970 è stata sindaca di Campello sul Clitunno, in Umbria. Un’esperienza amministrativa che l’ha vista guidare un piccolo comune in un’Italia ancora lontana dalla normalizzazione della presenza femminile nelle istituzioni locali. Un ruolo esercitato senza clamore, ma con continuità, in un decennio segnato da trasformazioni profonde del Paese.

Per quattordici anni, fino al 2018, ha presieduto la Fondazione Agnelli, contribuendo a rafforzarne il profilo nel campo della ricerca e dell’analisi sociale. Un incarico che l’ha collocata nel cuore di quella rete culturale che, lontano dalle fabbriche, ha rappresentato una delle leve più durature dell’influenza Agnelli nella vita pubblica italiana.

Accanto all’impegno istituzionale, Maria Sole Agnelli ha coltivato una passione profonda per l’equitazione. I suoi cavalli hanno raggiunto i massimi livelli internazionali, conquistando anche la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Monaco del 1972 nell’equitazione individuale. Un dettaglio che racconta un rapporto con lo sport fatto di dedizione e competenza, non di semplice rappresentanza.

Con la sua morte si chiude un capitolo silenzioso ma significativo della storia della famiglia Agnelli. Una presenza discreta, lontana dalla mitologia dell’Avvocato, ma capace di incidere nei luoghi dove il potere non fa rumore: i comuni, le fondazioni, la cultura. E dove, spesso, si misura davvero il peso delle scelte.

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