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Cronaca

Muore a 15 anni dopo uno scontro in campo: tragedia la vigilia di Natale

Il giovane si è sentito male dopo un contatto di gioco in un campetto di periferia. Inutili i soccorsi e la corsa al Santa Maria degli Angeli

Muore a 15 anni dopo uno scontro in campo: tragedia la vigilia di Natale

Muore a 15 anni dopo uno scontro in campo: tragedia la vigilia di Natale

Una partita improvvisata, l’ultima prima di Natale, si è trasformata in tragedia nel tardo pomeriggio del 24 dicembre 2025 in un campetto di periferia a Pordenone. Un ragazzo di 15 anni si è accasciato a terra dopo uno scontro di gioco ed è morto poche ore dopo in ospedale. Il suo cuore si è fermato davanti agli amici, nel silenzio improvviso che ha sostituito le voci e il rumore del pallone sul cemento.

È successo tutto in pochi istanti. Durante l’incontro informale con altri coetanei, il giovane ha avuto un contatto fortuito con un altro giocatore. Subito dopo ha perso l’equilibrio e si è accasciato. Chi era in campo ha capito immediatamente la gravità della situazione e ha chiamato il Numero Unico di Emergenza 112. I sanitari sono arrivati rapidamente e hanno avviato sul posto le manovre di rianimazione, con massaggio cardiaco e intubazione. Il quadro clinico è apparso da subito critico. Il trasferimento d’urgenza al Pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria degli Angeli non è bastato: il ragazzo è morto poco dopo l’arrivo in ospedale.

La notizia si è diffusa a ridosso del 25 dicembre, scuotendo la città e il mondo del calcio giovanile. Il quindicenne era tesserato con le giovanili dell’Asd Torre e faceva parte della rosa Under 16. Secondo quanto riportato da diverse testate locali, si chiamava Paul Nana Ampong, era originario del Senegal e viveva da tempo a Pordenone. Chi lo conosceva lo descrive come un ragazzo serio, benvoluto dai compagni e dagli allenatori, presente e rispettoso dentro e fuori dal campo.

Sulla dinamica dell’accaduto, le ricostruzioni convergono su un punto fermo: c’è stato uno scontro di gioco, subito seguito dal collasso. Le cause dell’arresto cardiaco restano però da chiarire. Saranno gli accertamenti medico-legali a stabilire se l’evento sia stato innescato da una patologia cardiaca non nota, da un trauma toracico o da altre condizioni. In questa fase, spiegano fonti sanitarie, ogni ipotesi va trattata con la massima prudenza.

La tragedia ha aperto interrogativi inevitabili. Quali controlli medici aveva effettuato il ragazzo? Il campetto era dotato di un defibrillatore facilmente accessibile? I soccorsi sono stati tempestivi e adeguati? Domande che troveranno risposta solo dopo le verifiche delle autorità competenti, ma che intanto attraversano una comunità colpita da una morte improvvisa e incomprensibile.

In Italia la pratica sportiva agonistica è legata al certificato di idoneità rilasciato dalla Medicina dello Sport, con esami cardiologici obbligatori che riducono il rischio ma non lo eliminano del tutto. Alcune patologie, soprattutto aritmie rare o condizioni elettriche del cuore, possono non emergere dagli screening standard. Per questo la prevenzione non si esaurisce nella visita medica: diventa decisiva la cosiddetta catena della sopravvivenza, dalla rapidità della chiamata ai soccorsi alla disponibilità di un DAE e di persone formate alle manovre di BLSD.

La legge prevede l’obbligo di defibrillatori e personale formato per le società sportive e per gli impianti in cui si svolgono attività organizzate. Resta però il tema dei campetti informali, dei playground e degli spazi di quartiere, luoghi reali in cui soprattutto i più giovani giocano ogni giorno. È lì che spesso il tempo diventa il fattore decisivo tra la vita e la morte.

L’Asd Torre ha espresso il proprio cordoglio e la vicinanza alla famiglia, chiedendo rispetto per un dolore che non trova parole. Tra amici e conoscenti sono state annunciate iniziative spontanee di solidarietà per sostenere le spese del funerale. Intanto la città si è fermata, stretta attorno a una perdita che pesa come una ferita collettiva.

La morte di un quindicenne durante una partita tra amici non è solo una notizia di cronaca. È un fatto che interroga famiglie, società sportive, istituzioni e territorio. Ricorda che l’arresto cardiaco improvviso, pur raro in età giovanile, esiste e colpisce senza preavviso. E che la preparazione, la formazione e l’accesso immediato ai soccorsi non sono dettagli, ma responsabilità concrete.

In una vigilia che doveva essere leggera, il tempo si è fermato su un campetto di periferia. Restano il vuoto, le domande e l’attesa degli accertamenti. Resta anche una certezza difficile da accettare: trasformare una tragedia in consapevolezza è l’unico modo per dare un senso a una perdita che nessuna parola potrà mai colmare.

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