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Cronaca

Batterio nel formaggio, danni permanenti a una bimba di due anni

Secondo l’accusa il prodotto contaminato avrebbe causato danni neurologici irreversibili

Batterio nel formaggio, danni permanenti a una bimba di due anni

La Procura di Trento ha citato a giudizio Igor Rizzardi, trentunenne titolare dell’azienda agricola San Romedio e gestore di Malga Nuova, in località Zuoi, nel Comune di Predaia. L’accusa è tra le più gravi previste in materia sanitaria: lesioni colpose gravissime. Al centro del procedimento c’è una bambina che nel giugno 2023 aveva appena due anni e che, dopo aver mangiato un pezzo di formaggio, ha riportato danni neurologici permanenti.

Secondo l’impianto accusatorio, il 25 giugno 2023 alla piccola sarebbe stato somministrato un prodotto caseario contaminato. Da quel momento il quadro clinico precipita: disturbi intestinali, ricovero urgente e infine, il 13 luglio, il trasferimento in terapia intensiva pediatrica a Padova. I medici rilevano una compromissione progressiva del sistema neurologico e dei reni, tanto severa da rendere necessarie intubazione e ventilazione meccanica. A oltre un anno dai fatti, la bambina non è guarita ed è sottoposta a cure riabilitative continue, con una grave e permanente difficoltà nel linguaggio.

Nel capo d’imputazione la Procura parla apertamente di una malattia probabilmente insanabile, riconducibile all’assunzione di cibo avariato. La diagnosi indicata è la sindrome di Seu, patologia rara ma devastante, collegata all’azione di batteri capaci di colpire in modo selettivo reni e sistema nervoso. L’attenzione degli inquirenti si concentra in particolare su un formaggio tipo caciotta contaminato da Escherichia coli, microrganismo noto per la sua pericolosità, soprattutto nei bambini molto piccoli.

Il procedimento non ruota però soltanto attorno a quell’assaggio. L’accusa contesta a Rizzardi ben tredici irregolarità nella gestione del caseificio: dall’abbigliamento utilizzato durante la lavorazione alle condizioni igieniche dei locali, fino al controllo dei campioni di latte. Un passaggio chiave riguarda la mancata protezione della sorgente d’acqua, che secondo la Procura sarebbe stata esposta alla contaminazione da parte dei bovini e delle loro feci. Un altro elemento rilevante risale al 31 maggio 2023, quando un’analisi sul latte crudo avrebbe restituito un esito non conforme per carica batterica, senza che fossero adottate misure correttive.

Per l’accusa, il collegamento tra il formaggio prodotto in malga e le condizioni della bambina sarebbe sostenuto anche da un confronto microbiologico: i ceppi batterici isolati sulla piccola sarebbero sovrapponibili a quelli rinvenuti nei formaggi prodotti tra il 17 e il 24 giugno 2023. Una coincidenza temporale e scientifica che la Procura di Trento ritiene significativa, ma che sarà il dibattimento a valutare nel merito.

Il processo si aprirà il 30 marzo davanti al tribunale di Trento. Resta da chiarire se la famiglia della bambina deciderà di costituirsi parte civile. Sarà il giudice, al termine del confronto tra accusa e difesa, a stabilire se quelle irregolarità contestate abbiano avuto un ruolo diretto nel destino sanitario di una bambina che, a due anni, ha visto la propria vita cambiare per sempre.

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