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Cronaca

Spari contro un barber shop a Torino, arrestato un 23enne dopo più di un anno di indagini

Sei colpi esplosi contro la vetrina in via Paisiello: per la Procura un atto intimidatorio legato a contrasti personali

Spari contro un barber shop a Torino, arrestato un 23enne dopo più di un anno di indagini

Spari contro un barber shop a Torino, arrestato un 23enne dopo più di un anno di indagini (foto di repertorio)

È stato arrestato il giovane ritenuto responsabile della sparatoria contro un barber shop di via Paisiello, avvenuta a Torino nel settembre 2024. La polizia ha eseguito nelle ultime ore un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di un italiano di 23 anni, emessa dal gip del Tribunale di Torino su richiesta della Procura, guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della Squadra Mobile, diretta da Davide Corazzini, il giovane è indagato per minacce aggravate dall’uso delle armi, oltre che per detenzione e porto illegale di arma comune da sparo in luogo pubblico. L’episodio risale a una sera di settembre, quando, intorno alle 22, il 23enne si sarebbe presentato in motocicletta davanti all’esercizio commerciale e avrebbe esploso sei colpi di pistola contro la vetrina del locale.

Il barber shop è gestito da padre e figlio di origini calabresi. Nessuno rimase ferito, ma l’azione generò forte allarme nel quartiere, per la modalità plateale e il contesto urbano in cui avvenne l’attacco. Fin da subito gli inquirenti avevano escluso piste legate alla criminalità organizzata, concentrando l’attenzione su un movente di carattere personale.

Le indagini hanno infatti portato a individuare l’episodio come un atto intimidatorio riconducibile a contrasti di natura privata. In particolare, secondo la ricostruzione della polizia, alla base della sparatoria ci sarebbero tensioni maturate nell’estate del 2024 in Calabria tra il 23enne arrestato e una giovane appartenente alla famiglia dei titolari del negozio. Un conflitto personale che, mesi dopo, si sarebbe tradotto in un gesto violento e dimostrativo nel capoluogo piemontese.

L’arresto arriva al termine di un lavoro investigativo che ha consentito di ricostruire movimenti, collegamenti e responsabilità, fino alla richiesta della misura cautelare accolta dal giudice. Il giovane si trova ora agli arresti domiciliari, in attesa dei prossimi sviluppi dell’inchiesta, mentre resta centrale per la Procura il principio della presunzione di innocenza fino a eventuale condanna definitiva.

Un episodio che riporta l’attenzione sul tema delle violenza armata in contesti urbani, anche quando le motivazioni non affondano le radici in dinamiche criminali strutturate, ma in conflitti personali che degenerano in atti potenzialmente letali.

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