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Cronaca
13 Dicembre 2025 - 11:14
Rivolta nel carcere di Alessandria, tensione tra i detenuti e un agente aggredito (foto di repertorio)
Una protesta durata oltre quattro ore, poi un’aggressione all’interno della stessa struttura il giorno successivo. È il quadro tracciato dall’OSAPP, il sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria, su quanto accaduto tra l’11 e il 12 dicembre alla Casa Circondariale “Cantiello e Gaeta” di Alessandria, uno degli istituti che da tempo viene indicato come particolarmente esposto a criticità legate alla gestione della popolazione detenuta.
Secondo quanto segnalato dal sindacato, la protesta è scoppiata nella serata di mercoledì 11 dicembre, in prossimità della chiusura pomeridiana delle sezioni, fissata alle ore 18. A innescare la tensione sarebbe stata la richiesta di due detenuti, padre e figlio, reclusi in celle diverse della stessa sezione, di poter effettuare un cambio di collocazione. Di fronte al diniego, altri ristretti avrebbero deciso di non rientrare nelle celle, dando vita a una forma di protesta collettiva per solidarietà.
La situazione, definita delicata ma sotto controllo, è stata affrontata dal personale di Polizia Penitenziaria, con il supporto di agenti richiamati appositamente in servizio. Un intervento che, secondo l’OSAPP, ha consentito di gestire progressivamente la tensione e di riportare la calma senza che si registrassero ulteriori episodi gravi. La protesta si è conclusa definitivamente intorno alle 22.30, dopo diverse ore di mediazione e presenza costante degli operatori.
Il giorno successivo, giovedì 12 dicembre, un nuovo episodio ha riacceso l’allarme. Un detenuto di nazionalità albanese sarebbe stato aggredito da altri ristretti all’interno dell’istituto. Le cause dell’aggressione non sono state chiarite e, sottolinea l’OSAPP, l’ipotesi che l’episodio sia collegato alla mancata partecipazione del detenuto alla protesta della sera precedente resta al momento solo una possibilità, senza escludere altre motivazioni. L’intervento è stato comunque massiccio: circa quindici unità di Polizia Penitenziaria, alcune richiamate in urgenza, sono state necessarie per contenere la situazione ed evitare conseguenze più gravi.
A commentare gli accadimenti è il segretario generale dell’OSAPP, Leo Beneduci, che inserisce quanto avvenuto ad Alessandria in un quadro più ampio di difficoltà strutturali del sistema penitenziario del Nord-Ovest. «Come abbiamo più volte denunciato, il distretto Piemonte–Liguria–Valle d’Aosta è ormai un vero e proprio colabrodo, costellato di eventi critici quotidiani a raffica e senza soluzione di continuità, nei quali la Polizia Penitenziaria continua a essere il bersaglio principale», afferma. Secondo Beneduci è necessario un intervento immediato del ministro della Giustizia Carlo Nordio, con l’invio di ispettori ministeriali per verificare le condizioni in cui opera il personale. «Troppo spesso gli agenti sono sottoposti a procedimenti disciplinari e puniti, mentre i detenuti finiscono con lo spadroneggiare impuniti», aggiunge.
Il sindacato ribadisce infine la richiesta di misure concrete e urgenti per ristabilire condizioni di sicurezza, dignità e tutela per gli operatori penitenziari, in un contesto che continua a essere segnato da sovraffollamento, carenze di organico e una crescente pressione sulle sezioni. Gli episodi di Alessandria, nella lettura dell’OSAPP, non rappresentano un caso isolato ma l’ennesimo segnale di un equilibrio sempre più fragile dentro le carceri del territorio.
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