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Cronaca
13 Dicembre 2025 - 08:48
Ville svaligiate e viaggi a Zanzibar, condannata la “banda della Collina”: due anni di furti nella periferia torinese (immagine di repertorio)
Per quasi due anni hanno colpito con metodo, discrezione e una mappa precisa della collina torinese e della cintura nord di Torino. Ville isolate, appartamenti scelti con cura, colpi rapidi e un’organizzazione rodata. Poi, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il bottino diventava viaggi, locali esclusivi e progetti di vacanze oltreoceano. È questo lo scenario che emerge dalla sentenza di primo grado con cui il Tribunale di Torino ha condannato quattro componenti della cosiddetta “banda della Collina”, ritenuta responsabile di una lunga scia di furti in abitazione tra ottobre 2023 e marzo 2025.
Le condanne, emesse nei giorni scorsi, vanno da sei anni e un mese fino a un anno e due mesi di reclusione. Pene leggermente inferiori rispetto a quelle richieste dal sostituto procuratore Giuseppe Drammis, ma sufficienti a chiudere il primo capitolo giudiziario di un’indagine che ha messo in luce un’attività criminale sistematica, capillare e ben organizzata. Gli imputati, tutti di nazionalità albanese, erano difesi dagli avvocati Antonio Genovese, Rocco Femia e Maria Franca Mastrogiorgio.
Secondo l’accusa, i colpi accertati sono 64, messi a segno tra Settimo Torinese, Castiglione Torinese, Gassino Torinese, Baldissero Torinese e Torino, oltre ad almeno una decina di altri Comuni dell’area metropolitana. Le imputazioni contestate spaziano dall’associazione a delinquere al furto e alla ricettazione. Per gli inquirenti, il gruppo sarebbe stato in realtà più ampio, composto da almeno otto persone, con ruoli ben definiti e una struttura interna rigida.
Il modus operandi era sempre lo stesso. Auto di copertura per muoversi senza dare nell’occhio, incursioni mirate in abitazioni selezionate e una rete di soggetti compiacenti incaricati di piazzare la refurtiva. Oro, gioielli, monili, dispositivi elettronici e in alcuni casi persino automobili finivano rapidamente fuori circuito, rendendo difficile risalire ai beni sottratti. Ognuno aveva un compito preciso e, secondo quanto emerso in aula, errori non erano ammessi.
A rendere la vicenda ancora più emblematica è il contrasto tra la sistematicità dei furti e lo stile di vita che la banda avrebbe condotto con i proventi illeciti. Gli investigatori hanno documentato feste in locali di lusso e viaggi all’estero, tra cui soggiorni a Zanzibar. Al momento dell’arresto, il gruppo stava addirittura pianificando una vacanza alle Maldive, dettaglio che ha contribuito a rafforzare l’impianto accusatorio sul tenore di vita incompatibile con qualsiasi reddito lecito.
Nel dettaglio territoriale, a Baldissero Torinese un colpo risale all’ottobre 2023 in Strada del Toetto. A Castiglione Torinese i furti sono stati sette, concentrati soprattutto nel dicembre 2024 tra via San Grato, via Caudana, Strada del Luogo, Strada San Martino e via Valle Scursatone. A Gassino Torinese altri sette episodi, sempre nel dicembre 2024, distribuiti tra Strada Gassino Bardassano, via San Giuseppe, via San Maurizio, via Ungaretti, Strada Foratella e via Valle Fei. A Settimo Torinese i colpi accertati sono dieci, tra il 2024 e i primi mesi del 2025, in diverse vie cittadine. Nel capoluogo, infine, tra agosto 2024 e marzo 2025, la banda avrebbe agito in aree collinari e residenziali come Strada Mongreno, via Pavarolo, Strada Superga, Strada Fenestrelle e Strada del Bellardo.
La sentenza di primo grado non chiude definitivamente la vicenda, ma segna un passaggio rilevante in un’indagine che ha restituito ai territori colpiti il quadro di una criminalità organizzata capace di muoversi con continuità e precisione. Ora si attendono le motivazioni e gli eventuali sviluppi nei gradi successivi di giudizio, mentre resta il dato di una lunga sequenza di furti che, per mesi, ha inciso sulla percezione di sicurezza di interi quartieri della collina torinese.

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