AGGIORNAMENTI
Cerca
Cronaca
08 Dicembre 2025 - 12:43
Ambulatorio in caos: uomo pretende psicofarmaci senza prescrizione e aggredisce la Polizia
Alla guardia medica di Novara, nella serata del 6 dicembre, l’ordinaria attività sanitaria cede il passo a una scena di puro disordine. Un luogo pensato per curare diventa teatro di urla, minacce, arredi rovesciati e una colluttazione che lascia a terra tre agenti della Polizia di Stato. Al centro della vicenda, un uomo di 49 anni, già noto alle forze dell’ordine, arrestato dopo un intervento che ha richiesto l’impiego di più pattuglie e la temporanea sospensione del servizio.
Tutto comincia alle 22.40, quando un medico chiama il 112. La richiesta è chiara: un paziente, in forte stato di agitazione, sta mettendo in pericolo il personale. Secondo la ricostruzione fornita dagli operatori sanitari, l’uomo entra nell’ambulatorio pretendendo la consegna immediata di due psicofarmaci, senza alcuna prescrizione. Al rifiuto — necessario e dovuto — inizia a insultare medici e infermieri, accusandoli di «non voler aiutarlo» e intralciando le attività cliniche in corso.
Quando le Volanti arrivano sul posto, il clima è già compromesso. L’uomo parla in modo concitato, interrompe i sanitari, rifiuta più volte l’invito a calmarsi. Gli agenti tentano la strada del dialogo, spiegano che la somministrazione di psicotropi fuori dalle procedure mediche è impossibile e potenzialmente pericolosa. Ma il 49enne non accenna a collaborare: si toglie il cappotto, si siede su una barella e annuncia la volontà di rimanere lì «tutta la notte» finché non otterrà ciò che chiede.

La situazione precipita quando uno degli agenti prova, senza alcuna coercizione, ad accompagnarlo verso l’uscita per sgomberare i locali e mettere in sicurezza medici e pazienti. L’uomo reagisce avvicinandosi con atteggiamento aggressivo, tentando più volte il contatto fisico. A quel punto si esauriscono i margini della mediazione e gli agenti decidono di procedere al contenimento.
Ne segue una colluttazione violenta, durante la quale il 49enne — nel tentativo di sottrarsi al fermo — sbraccia, scalcia, strattona. La forza dei movimenti fa rovesciare una scrivania completa di computer e telefono. Tre agenti riportano lesioni giudicate guaribili con alcuni giorni di prognosi. Solo dopo vari tentativi e l’intervento congiunto delle pattuglie presenti, l’uomo viene immobilizzato e caricato in auto per essere accompagnato in Questura.
Intanto la guardia medica è costretta a sospendere temporaneamente il servizio: troppo alto il rischio per il personale, troppo compromessi i locali per proseguire l’attività in sicurezza.
Al termine delle verifiche, l’uomo viene arrestato per tre reati: resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali aggravate ai danni degli agenti e interruzione di pubblico servizio, un capo d’accusa che tutela la continuità di attività essenziali come l’assistenza sanitaria notturna.
L’episodio non è isolato. Negli ultimi anni le aggressioni in pronto soccorso, guardie mediche e ambulatori territoriali sono aumentate in modo sensibile, tanto da spingere più volte le organizzazioni sindacali dei sanitari a chiedere misure di prevenzione più incisive. A Novara, come emerge dagli atti, si ripete uno schema purtroppo ricorrente: richiesta illegittima, rifiuto motivato, escalation emotiva e, infine, necessità dell’intervento di forza pubblica per ripristinare l’ordine.
Vicende come questa mettono in luce una fragilità crescente: la difficile convivenza tra il diritto alla cura e la percezione distorta di alcuni pazienti, che trasformano un presidio sanitario in un luogo di pressione o di pretesa. Le regole, però, restano imprescindibili: l’erogazione di farmaci — soprattutto psicofarmaci — richiede valutazioni cliniche, competenze specialistiche e prescrizioni che non possono essere bypassate dall’insistenza o dall’agitazione di chi li pretende.
La Polizia, dal canto suo, ribadisce che il ricorso alla forza è sempre l’ultima opzione, adottata solo quando ogni tentativo di dialogo è fallito e quando è necessario proteggere persone e strutture. La serata del 6 dicembre dimostra quanto fragile possa essere l’equilibrio in certi contesti: bastano pochi minuti, la richiesta sbagliata, il rifiuto di rispettare le regole, e un ambulatorio si trasforma in uno scenario di emergenza civile.
L’uomo, ora a disposizione dell’autorità giudiziaria, dovrà rispondere delle accuse contestate. Intanto medici, infermieri e forze dell’ordine continuano a muoversi tra protocolli, rischi e responsabilità, con la consapevolezza che nessun luogo di cura dovrebbe mai diventare teatro di violenza, e che proteggere chi cura è una necessità sempre più urgente.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.