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Cronaca

Giardini Saragat fuori controllo: explode la polemica politica mentre il quartiere accusa il Comune di aver abbandonato la sicurezza (VIDEO)

Il post della capogruppo FdI Verangela Marino riapre il conflitto sul controllo dell’area verde di Barriera di Milano

Giardini Saragat

Giardini Saragat fuori controllo: explode la polemica politica mentre il quartiere accusa il Comune di aver abbandonato la sicurezza

La situazione dei giardini Saragat, nel quartiere Barriera di Milano, torna al centro del dibattito pubblico dopo la denuncia pubblica della capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 6, Verangela Marino, che in un post dai toni duri ha definito l’area «luogo dell’illegalità» e ha accusato il Comune di Torino di non intervenire in modo adeguato. Video e segnalazioni provenienti dalle palazzine che affacciano sul parco hanno riportato l’attenzione su un problema che i residenti denunciano da tempo e che, ciclicamente, torna a emergere con forza: spaccio, gruppi giovanili violenti, prostituzione e bivacchi notturni.

Nel suo intervento, Marino ha attaccato frontalmente le politiche cittadine sulla sicurezza, scrivendo: «Questi individui continuano a comportarsi come se fossero in mezzo a una giungla, dove a loro tutto sembra essere concesso». Una frase che sintetizza il clima di esasperazione espresso da parte della popolazione della zona, alle prese con episodi ricorrenti che rendono complessa la convivenza quotidiana. Gli stessi video condivisi da Marino mostrerebbero giovani impegnati in comportamenti aggressivi, risse improvvisate e movimenti sospetti nelle ore più frequentate del pomeriggio.

La consigliera ha proseguito attaccando direttamente Palazzo Civico: «In barba ai provvedimenti del Comune e alle leggi dello Stato, questi individui continuano a creare disordini, rendendo infernale la vita a chi risiede nelle case adiacenti al parco». Nel mirino, ancora una volta, la percezione di un controllo insufficiente del territorio, che secondo la capogruppo alimenterebbe un sentimento di abbandono nel quartiere.

Marino è arrivata poi a sollecitare una presa di posizione dell’amministrazione sul comportamento dei giovani coinvolti: «Vorrei chiedere al Comune di Torino come descriverebbe questo tipo di comportamento posto in essere da magrebini di seconda generazione». Parole destinate a far discutere, anche per l’esplicito riferimento etnico che rischia di trasformare un tema di ordine pubblico in un fronte politico e sociale fortemente polarizzato. La consigliera accusa inoltre la giunta di una presunta indulgenza, scrivendo: «Probabilmente il sindaco e i suoi seguaci li giustificheranno dicendo che hanno avuto una vita difficile o che questa è la loro cultura».

Al momento il Comune non ha replicato, ma negli ultimi mesi aveva annunciato interventi sul decoro e un rafforzamento dei controlli in diversi punti critici della circoscrizione. Nulla, però, sembra sufficiente a fermare una spirale di episodi che preoccupa abitanti e commercianti.

Il punto in discussione non riguarda solo l’ordine pubblico, ma la natura stessa della risposta istituzionale. Da un lato, le richieste di misure più incisive e immediate; dall’altro, la necessità di evitare che la realtà complessa del quartiere venga ridotta a categorie semplificate o stereotipate. I giardini Saragat tornano così a essere il simbolo di una frattura mai risolta, in cui sicurezza, integrazione, prevenzione e gestione del territorio si intrecciano senza trovare un equilibrio stabile.

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