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Cronaca
04 Dicembre 2025 - 16:30
Fuga tra i campi e recinzioni tagliate lungo la A26: due arresti per droga nel Novarese (immagine di repertorio)
Una pattuglia di polizia in servizio lungo la A26, all’altezza di Carpignano Sesia, ha trasformato un controllo di routine in un intervento operativo che porta alla luce un presunto punto di spaccio a ridosso dell’autostrada. Gli agenti hanno notato movimenti sospetti nei pressi della recinzione che separa il tracciato dalle aree agricole: un tratto risultava chiaramente tagliato e, poco distante, due uomini attraversavano rapidamente la barriera, come se avessero scelto quel varco per muoversi tra campi e bosco senza essere visti. Alla vista della pattuglia, entrambi si sono messi in fuga lanciando a terra alcuni involucri. L’inseguimento è durato pochi istanti: sono stati raggiunti e bloccati.
Nel punto in cui avevano gettato gli oggetti, gli agenti hanno recuperato 135 grammi di sostanza stupefacente e circa 3.700 euro in contanti. Ma è l’area circostante a restituire il quadro più completo di ciò che stava accadendo. Nel prato e nel bosco attigui, la polizia ha trovato involucri vuoti, pezzi di plastica usati per confezionare dosi e fogli di carta stagnola con residui riconducibili al consumo di sostanze, probabilmente eroina o crack. Un insieme di elementi che suggerisce un utilizzo continuativo della zona, non solo per lo scambio ma anche per l’assunzione.
Il taglio della recinzione appare come il primo tassello di una logica precisa. La fascia che costeggia l’autostrada offre copertura visiva, vie di fuga multiple e la possibilità di raggiungere rapidamente svincoli o strade secondarie. È una dinamica già osservata in diverse province del Nord Ovest: gruppi che utilizzano le barriere autostradali come schermo, creano varchi per muoversi tra tracciato, aree agricole e bosco, e allestiscono punti di scambio rapidi, difficili da monitorare se non con controlli mirati e costanti. In questo caso, il ritrovamento diffuso di materiale di scarto e residui di consumo lascia intuire una frequentazione abituale, con rischi duplici: da un lato il traffico di droga, dall’altro la vicinanza a un’infrastruttura ad alto scorrimento, dove movimenti improvvisi o inseguimenti possono generare pericoli anche per chi transita in auto.
La rapidità con cui gli agenti hanno individuato i due uomini, salvaguardato l’area e sequestrato droga e denaro indica quanto il presidio del territorio rimanga essenziale, soprattutto nei punti più periferici o meno controllati. La presenza di residui di consumo mostra un fenomeno che non si limita allo smercio ma si radica nei suoi luoghi, trasformando zone isolate in spazi di rischio sanitario e di degrado ambientale. E il denaro ritrovato insieme alla sostanza stupefacente suggerisce che, anche quando i quantitativi non sono ingenti, la filiera economica che li alimenta continua a prosperare.
Le indagini dovranno ora chiarire l’origine della droga, i collegamenti dei due fermati con eventuali reti più ampie e il ruolo preciso dell’area lungo la A26. Gli accertamenti sul taglio della recinzione e sulle tracce trovate nel bosco serviranno a verificare se il sito fosse già da tempo un punto di appoggio utilizzato da diversi soggetti. Per i due uomini fermati, come sempre, vale la presunzione di innocenza fino a eventuale sentenza definitiva.

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