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Cronaca

Cade in una buca e muore: ex sindaco di Collegno e dirigente comunale a processo per omicidio stradale

L’accusa: “Nessuna manutenzione, né segnaletica di pericolo”. In aula il medico legale Roberto Testi

Cade in una buca

Cade in una buca e muore: ex sindaco di Collegno e dirigente comunale a processo per omicidio stradale

Una caduta in bicicletta, una buca sull’asfalto mai segnalata, una morte arrivata ventiquattro ore dopo. Da quel giorno del 2023, quando Aldovino Lancia, pensionato di 70 anni, fu soccorso in condizioni già gravissime dopo essersi schiantato lungo il tratto tra strada vicinale di Berlia e via Rosa Luxemburg a Collegno, la Procura ha aperto un’inchiesta che oggi approda in aula con accuse pesanti contro due figure istituzionali.

L’ex sindaco di Collegno Francesco Casciano e un dirigente comunale devono rispondere di omicidio stradale, con l’ipotesi che la morte del ciclista non sia stata il frutto di una tragica fatalità, ma la conseguenza di omissioni e negligenze legate alla manutenzione della strada.

Secondo la sostituta procuratrice Antonella Barbera, che coordina l’indagine, su quel tratto di carreggiata mancavano sia gli interventi per eliminare il dissesto sia la segnaletica di pericolo, nonostante le condizioni dell’asfalto presentassero anomalie evidenti. La Procura contesta agli imputati di non essersi preoccupati “della manutenzione e del controllo delle strade, per negligenza e imperizia” e di non aver garantito “l’apposizione e la manutenzione della segnaletica” necessaria a tutelare gli utenti, a partire dai ciclisti.

Lancia, che non indossava il casco, era stato portato in ospedale in condizioni critiche e si era spento il giorno successivo, senza mai riprendere conoscenza.

Il processo si è aperto ieri, 3 dicembre, e riprenderà a febbraio. La prima udienza ha visto testimoniare il medico legale Roberto Testi, autore dell’autopsia. La sua ricostruzione conferma la gravità dei traumi riportati dalla vittima in seguito all’impatto con l’asfalto, compatibili con una caduta ad alta energia avvenuta senza protezioni.

La difesa dell’ex sindaco – che amministrò Collegno fino al 2004 nelle file del Pd – respinge con decisione ogni addebito. Per l’avvocato, «Casciano non ha responsabilità nell’incidente» e il Comune «non ha mai sottovalutato il problema delle buche e della manutenzione stradale». Una linea che punta a sganciare l’allora primo cittadino da responsabilità dirette, sostenendo che non vi fossero segnalazioni specifiche o elementi che lo rendessero consapevole della pericolosità del tratto.

Sul banco del processo restano però le accuse della Procura, che considera la mancanza di segnalazione e manutenzione come elementi determinanti nella dinamica dell’incidente. La questione è destinata a diventare centrale nelle prossime udienze, quando verranno ascoltati tecnici, agenti intervenuti sul posto e funzionari comunali.

Il caso riporta al centro il tema della sicurezza delle strade comunali, delle responsabilità amministrative e della tutela degli utenti più vulnerabili, come ciclisti e pedoni. E apre un dibattito che negli ultimi anni ha assunto una dimensione sempre più ampia: fino a che punto un dissesto stradale può trasformarsi in responsabilità penale per gli amministratori?

A febbraio, con le nuove testimonianze, il quadro potrà diventare più chiaro. Per ora resta la storia di Aldovino Lancia, un uomo di 70 anni uscito per una semplice pedalata e mai più tornato a casa.

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