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Cronaca
01 Dicembre 2025 - 14:32
'Ndrangheta nel bar del tribunale a Torino: una condanna e un’assoluzione
Arriva un nuovo capitolo giudiziario nell’inchiesta sulle presunte infiltrazioni della ’ndrangheta nella cooperativa Liberamensa, che in passato aveva gestito anche il bar interno al Palazzo di Giustizia di Torino. Oggi, in tribunale, si è chiuso il secondo processo collegato al filone investigativo con una condanna e un’assoluzione: due anni di reclusione per un commercialista accusato di trasferimento fraudolento di valori, mentre Mauro Allegri, all’epoca dei fatti presidente del cda della cooperativa, è stato assolto.
Il procedimento odierno completa un quadro che aveva già visto, l’8 novembre 2024, la conclusione del primo processo del filone, con sette condanne. In quell’occasione la pena più severa — 8 anni, 5 mesi e 10 giorni — era stata inflitta a Rocco Pronestì, 74 anni, ritenuto dagli investigatori uno storico esponente della criminalità attiva nel Torinese. Altre condanne avevano coinvolto membri della compagine societaria di Liberamensa, segnalando un sistema di rapporti e interferenze che gli inquirenti considerano significativo per comprendere la penetrazione delle organizzazioni criminali nei servizi connessi a strutture pubbliche.
Le indagini, coordinate dalla Procura e svolte dai carabinieri, erano sfociate nel maggio 2023 in una serie di arresti, ponendo sotto la lente la gestione della cooperativa e i rapporti tra alcune figure interne e soggetti riconducibili alla ’ndrangheta. Il processo che si è chiuso oggi rappresenta dunque un ulteriore tassello nella ricostruzione di un quadro che, per la magistratura, merita ancora approfondimenti, soprattutto alla luce della molteplicità dei profili coinvolti nei vari filoni.
Per il commercialista condannato, come per le persone già coinvolte nei procedimenti collegati, resta valida la presunzione di innocenza fino al passaggio in giudicato delle sentenze. L’assoluzione di Allegri, invece, chiude la sua posizione giudiziaria in relazione ai fatti contestati.
Il percorso giudiziario prosegue ora nelle sedi competenti, mentre la vicenda continua a tenere accesi i riflettori su un nodo sensibile: la capacità delle cosche di inserirsi, in modo occulto, in settori strategici dell’economia e dei servizi, anche quelli legati direttamente alla giustizia.

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