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Cronaca

A Torino quattro donne chiedono al giudice di non archiviare il caso Viale

Al Palazzo di Giustizia l’udienza a porte chiuse sulle accuse mosse al ginecologo e consigliere comunale di Più Europa

A Torino quattro donne chiedono al giudice di non archiviare il caso Viale

A Torino quattro donne chiedono al giudice di non archiviare il caso Viale

Si è svolta questa mattina al Palazzo di Giustizia di Torino l’udienza a porte chiuse dedicata ai quattro ricorsi presentati da altrettante donne contro la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura nei confronti di Silvio Viale, ginecologo e consigliere comunale di Più Europa. Le ricorrenti contestano la decisione della magistratura inquirente e chiedono che le loro accuse non vengano archiviate, sostenendo di essere state pesantemente importunate nel corso delle visite professionali.

La vicenda giudiziaria ruota intorno a un fascicolo complesso. Le denunce iniziali erano state dieci. La Procura, al termine delle indagini, ha chiesto l’archiviazione per sei posizioni, ritenendo insussistenti gli elementi per procedere. Per tre casi, invece, l’accusa ha chiesto il rinvio a giudizio e una condanna a un anno e quattro mesi per violenza sessuale di minore gravità, mentre un’ultima denuncia — riguardante un episodio del 2018 — è stata ritirata dall’accusa durante l’udienza preliminare.

I quattro ricorsi discussi oggi puntano a ribaltare il segmento del fascicolo destinato a essere archiviato. Per le donne che hanno impugnato la decisione, i comportamenti contestati a Viale avrebbero natura invasiva e non sarebbero riconducibili all’alveo della normale pratica medica. Per questo chiedono che l’indagine prosegua, nella convinzione che ci siano elementi per valutare diversamente la ricostruzione della Procura.

L’udienza si è svolta in forma riservata, come previsto in casi di questo tipo, e la decisione del giudice sulle opposizioni arriverà nelle prossime settimane. Il ginecologo, dal canto suo, ha sempre respinto ogni addebito, ricordando di aver agito nell’ambito della propria attività professionale. Al momento, per le porzioni di fascicolo interessate ai ricorsi, vale la presunzione di innocenza.

Il caso Viale continua così a muoversi su un doppio binario: da un lato l’iter per i tre episodi per i quali la Procura ha chiesto la condanna, dall’altro le posizioni sulle quali oggi si discute la possibilità di proseguire o meno le indagini. Una vicenda che resta delicata sia sul piano giudiziario sia su quello pubblico, e che verrà ora rivalutata dal giudice dell’udienza preliminare alla luce delle opposizioni delle quattro ricorrenti.

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