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Furto clamoroso al Louvre: rubati i gioielli di Napoleone, una banda in fuga in sette minuti

Tre ladri incappucciati svaligiano la Galleria Apollo. La polizia indaga: non è il primo colpo nella storia del museo più famoso al mondo

Furto clamoroso al Louvre

Furto clamoroso al Louvre

Colpo da film questa mattina al Museo del Louvre di Parigi, dove una banda di tre ladri incappucciati ha messo a segno un furto spettacolare, trafugando nove gioielli appartenuti a Napoleone Bonaparte. Tra i pezzi sottratti figurano una collana, una spilla, una tiara e la corona dell’imperatrice Eugenia, poi ritrovata all’esterno danneggiata. L’intera operazione è durata appena sette minuti.

Secondo la prima ricostruzione, i ladri sono entrati dal lato della Senna, dove erano in corso lavori di manutenzione, servendosi di un montacarichi da traslochi e di piccole motoseghe per tagliare i vetri delle teche nella Galleria Apollo, una delle sale più iconiche del museo. Due uomini sarebbero penetrati all’interno, mentre un terzo li attendeva all’esterno a bordo di uno scooter. La fuga è avvenuta in direzione dell’autostrada A6, dove le forze dell’ordine hanno avviato ricerche e posti di blocco.

Il ministro dell’Interno Laurent Nunez ha definito l’accaduto una rapina di grande portata, sottolineando che i ladri hanno agito in pochi minuti e che i gioielli trafugati hanno un valore inestimabile. Ha inoltre evidenziato che si tratta con tutta probabilità di una banda ben organizzata, che aveva già effettuato dei sopralluoghi.

Il Louvre è stato immediatamente evacuato e chiuso per consentire i rilievi della polizia scientifica. Nunez ha spiegato che la decisione è stata presa per preservare le tracce e consentire agli investigatori di operare con calma, precisando che l’evacuazione del pubblico è avvenuta senza incidenti. Il ministro ha riconosciuto anche la vulnerabilità dei musei francesi e ha assicurato che si stanno mettendo in campo tutti gli strumenti necessari per individuare i responsabili nel più breve tempo possibile.

Una testimone ha raccontato che la polizia correva nei pressi della Piramide cercando di entrare al museo dalle porte laterali, ma queste erano chiuse, mentre all’interno i visitatori tentavano di uscire nel panico.

La Procura di Parigi ha aperto un’inchiesta per furto organizzato e associazione a delinquere, affidandola alla Brigata anticrimine (Brb) e all’Ufficio Centrale per la Lotta al Traffico di Beni Culturali (Ocbc).

Non è la prima volta che il museo più celebre del mondo finisce al centro di episodi simili. Nel 1983 erano scomparsi un elmo cerimoniale e una corazza rinascimentale milanese donati dai Rothschild, ritrovati soltanto nel 2021 in una collezione privata a Bordeaux. All’epoca il Louvre aveva espresso soddisfazione per il ritrovamento, pur definendo l’accaduto un vero e proprio enigma.

Uno dei furti più celebri della storia resta quello della Gioconda di Leonardo da Vinci, scomparsa il 22 agosto 1911. L’autore fu Vincenzo Peruggia, un decoratore italiano che aveva lavorato nel museo e che, travestito da operaio, riuscì a nascondere il dipinto sotto il cappotto e a uscire indisturbato da una porta laterale. Il quadro rimase nascosto per due anni a Parigi, fino al tentativo di vendita a Firenze, che portò all’arresto del ladro nel 1913 e al ritorno trionfale dell’opera al Louvre nel 1914.

Nel 1976 tre uomini rubarono una spada tempestata di diamanti appartenuta a re Carlo X, mentre nel 1990 scomparve il dipinto Ritratto di donna seduta di Pierre-Auguste Renoir, tagliato direttamente dalla cornice.

L’esperta di criminologia dell’arte Erin Thompson ha spiegato che per molto tempo i musei temevano di ammettere pubblicamente i furti, poiché questo avrebbe potuto rivelare falle nella sicurezza o incoraggiare nuovi tentativi. Negli ultimi decenni, tuttavia, si è compreso che rendere note le sottrazioni è essenziale per favorire i ritrovamenti. Thompson ha anche osservato che la diffusione pubblica di un furto può spingere i ladri a smontare o distruggere le opere per occultarle. Solo una piccola parte dei beni trafugati viene effettivamente recuperata, ma circa il 40% di quelli sottratti direttamente dalle teche museali torna al suo posto grazie alla rapidità con cui viene scoperta la scomparsa.

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