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Cronaca

Scommesse illegali online, due misure cautelari nel Torinese: una rete clandestina muoveva centinaia di migliaia di euro

Coinvolti ex-gestori di una sala scommesse di Trofarello. L’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Torino svela un’organizzazione strutturata, con conti esteri e piattaforme non autorizzate. Citato anche Nicolò Fagioli

Scommesse illegali online, due misure cautelari nel Torinese: una rete clandestina muoveva centinaia di migliaia di euro

Scommesse illegali online, due misure cautelari nel Torinese: una rete clandestina muoveva centinaia di migliaia di euro

Un nuovo capitolo dell’inchiesta sul gioco d’azzardo clandestino scuote il Torinese. Due uomini, di 36 e 39 anni, entrambi italiani ed ex gestori di una sala scommesse di Trofarello, sono stati raggiunti da una misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Il provvedimento è stato eseguito dagli agenti della Squadra Mobile di Torino, guidati dal dirigente Davide Corazzini, e dalla Sezione Investigativa Crimini della Polizia (Sisco), nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo piemontese, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri.

L’inchiesta, partita nel settembre 2022, ha svelato una rete criminale ben strutturata e altamente organizzata, dedita alla raccolta illegale di scommesse sportive, anche a distanza, attraverso piattaforme online non autorizzate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Tra i siti utilizzati figurano betart.bet, specialbet.bet e crazybet, accessibili soltanto tramite link riservati e gestiti da intermediari che fornivano linee di credito e fidi personalizzati agli scommettitori.

Un sistema che, secondo gli investigatori, era costruito con rigore quasi aziendale: al vertice operavano figure che controllavano il flusso di denaro e concedevano margini di scommessa, mentre alla base agivano referenti territoriali che curavano i contatti con i giocatori. Le somme in gioco erano ingenti – centinaia di migliaia di euro movimentati tra carte prepagate, portafogli digitali e conti correnti esteri.

Immagine di repertorio

Per sfuggire ai controlli, la rete utilizzava chat criptate, nickname e sistemi di cifratura avanzati, in modo da eludere ogni tracciabilità. Le indagini della Mobile e della Sisco hanno consentito di ricostruire i flussi finanziari e di individuare operazioni di autoriciclaggio, attraverso cui i proventi venivano reinvestiti in circuiti legali, come società di scommesse regolari o attività commerciali di copertura.

Oltre ai due indagati principali, sono 15 in totale le persone coinvolte nell’inchiesta, accusate – a vario titolo – di associazione per delinquere, esercizio abusivo di attività di gioco e scommessa, frode sportiva e autoriciclaggio.

Uno dei nomi emersi durante le indagini è quello del calciatore Nicolò Fagioli, oggi alla Fiorentina ma all’epoca dei fatti tesserato per la Juventus. Il giocatore, già coinvolto in un procedimento parallelo, avrebbe fornito agli inquirenti dichiarazioni utili a ricostruire il funzionamento della rete clandestina, spiegando come riusciva a scommettere tramite i link riservati e accumulando, nel tempo, un considerevole debito di gioco.

Le analisi informatiche e bancarie hanno permesso di far emergere una fitta trama di transazioni, con denaro che passava da conti italiani a piattaforme digitali all’estero, per poi rientrare sotto forma di investimenti apparentemente leciti. Un modus operandi tipico delle organizzazioni criminali digitali, che sfruttano le falle normative e l’anonimato del web per alimentare un mercato parallelo e altamente redditizio.

La DDA di Torino, che negli ultimi mesi ha rafforzato l’attività di contrasto alle forme di criminalità economica connesse al gioco d’azzardo, sottolinea la gravità di un fenomeno che, oltre ai profili penali, comporta rischi concreti di infiltrazioni mafiose e di evasione fiscale.

Le indagini proseguono, e non si esclude che nelle prossime settimane possano emergere ulteriori nomi e ramificazioni di una rete che, secondo gli inquirenti, potrebbe estendersi ben oltre i confini regionali.

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Immagine di repertorio

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