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Cronaca

Lavoro nero nei frutteti del Pinerolese: due titolari denunciati, sanzioni per 7 mila euro

Controlli dei Carabinieri a Bibiana e Cavour durante la raccolta di mele e pere: irregolarità contrattuali e mancata formazione. In Piemonte il settore agricolo impiega 70 mila addetti, ma resta esposto al rischio di sfruttamento e lavoro in nero

Lavoro nero nei frutteti del Pinerolese: due titolari denunciati, sanzioni per 7 mila euro

La raccolta delle mele e delle pere, nel Pinerolese, non porta soltanto frutti. Nei primi giorni di settembre i Carabinieri della Compagnia di Pinerolo, insieme al Nucleo Ispettorato del Lavoro di Torino e ai tecnici dell’Ispettorato dell’Area Metropolitana, hanno effettuato controlli in due aziende agricole, riscontrando irregolarità che hanno portato a due denunce e a sanzioni complessive per 7 mila euro.

Nel dettaglio, a Bibiana è stato trovato un dipendente in nero, privo di contratto e non registrato al Centro per l’impiego. All’irregolarità si è aggiunta la mancata visita medica e l’assenza della formazione obbligatoria. A Cavour, invece, sono stati riscontrati cinque lavoratori privi della necessaria formazione e informazione in materia di sicurezza. In totale sono state verificate dodici posizioni lavorative. Entrambi i titolari sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria, con l’obbligo di sanare le posizioni e il pagamento delle sanzioni. Trattandosi di indagini preliminari, resta valida la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva.

Il caso del Pinerolese non è isolato. Negli ultimi mesi altre verifiche hanno messo in luce situazioni analoghe in diverse aree del Piemonte. In provincia di Torino, a inizio agosto, 14 aziende agricole sono state sottoposte a ispezioni: sei imprenditori sono stati denunciati per violazioni legate alla sicurezza e un lavoratore è stato trovato completamente in nero. Nel Cuneese, invece, una campagna straordinaria di controlli ha rivelato irregolarità in metà delle aziende visitate. Su 73 lavoratori controllati — in gran parte extracomunitari — cinque erano in nero, uno dei quali clandestino. In un caso l’attività è stata sospesa perché la percentuale di lavoratori irregolari superava il 10%. Sono emerse anche violazioni legate al mancato rispetto del cosiddetto protocollo “rischio calore”, che vieta il lavoro nei campi tra le 12:30 e le 16:00 nelle giornate più torride.

Si tratta di episodi che si inseriscono in un fenomeno più ampio. Secondo le stime del Ministero del Lavoro, oltre il 16% dei braccianti agricoli in Italia lavora senza un contratto regolare. In Piemonte, pur con numeri meno alti, la criticità resta evidente soprattutto durante i periodi di raccolta stagionale, quando aumenta la richiesta di manodopera temporanea. Nei campi e nei frutteti piemontesi sono impiegati migliaia di lavoratori stranieri, con una quota di extracomunitari in costante crescita: secondo la CGIL, circa 250.000 persone risultano impiegate nel settore primario a livello regionale, molte delle quali in condizioni precarie o ai margini della regolarità.

Il quadro si complica ulteriormente se si guardano le statistiche sugli stagionali: a livello nazionale, tra 2023 e 2024 sono aumentati sia il numero degli operai a tempo determinato sia le giornate complessive di lavoro, ma per ogni singolo lavoratore la media di giornate annue è scesa da 99 a 98. È cresciuta invece la quota di chi lavora meno di 51 giorni all’anno, segnale di un lavoro sempre più frammentato e incerto.

Il settore agricolo resta comunque centrale per il Piemonte. Secondo i dati regionali, nel comparto lavorano oltre 70.000 addetti, con un valore della produzione che nel 2023 ha superato i 5 miliardi di euro e un valore aggiunto di oltre 2,2 miliardi. È in crescita anche il numero delle imprese agricole giovanili: nel 2024 i titolari under 40 rappresentavano il 14,6% del totale, pari a oltre 6.200 aziende.

Le istituzioni hanno cercato di intervenire. La Regione Piemonte ha stanziato 1,7 milioni di euro per il contrasto allo sfruttamento dei lavoratori stagionali, in collaborazione con il Commissario straordinario per il superamento degli insediamenti abusivi, il Comune di Saluzzo e la Direzione Generale dell’Immigrazione. Obiettivi: rafforzare i controlli, promuovere rapporti di lavoro regolari e migliorare le condizioni di accoglienza dei braccianti. È attivo anche il progetto “Common Ground”, finanziato dal Fondo Sociale Europeo, che punta a un approccio interregionale di contrasto allo sfruttamento e sostegno alle vittime.

raccolta mele

In Consiglio Regionale è nato inoltre un gruppo di lavoro specifico sullo sfruttamento lavorativo, che riunisce sindacati, associazioni come Libera e Terra!, insieme a rappresentanze datoriali, con lo scopo di avanzare proposte politiche strutturali.

I controlli del Pinerolese confermano che, anche in un comparto vitale per l’economia piemontese come quello della frutta, il rischio di irregolarità resta concreto. Le denunce e le sanzioni delle ultime settimane mostrano come il contrasto al lavoro nero e allo sfruttamento non possa limitarsi a interventi straordinari, ma debba rimanere parte di una strategia continua, fatta di vigilanza, prevenzione e politiche di lungo periodo.

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