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Cronaca

Chivasso, stazione blindata dopo l’allarme sicurezza: maxi-controlli e vigilanza rafforzata

Dopo l’aggressione a un minorenne e le denunce di degrado, forze dell’ordine e FS Security presidiano l’area ferroviaria e gli immobili abbandonati

Chivasso, stazione blindatata

Chivasso, stazione blindata dopo l’allarme sicurezza: maxi-controlli e vigilanza rafforzata

Maxi controlli oggi, martedì 9 settembre, alla stazione ferroviaria di Chivasso.

L’intervento, coordinato dalla Questura, ha visto impegnate decine di uomini appartenenti a Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Locale e Polfer. Una vera e propria task force di controllo del territorio, che ha interessato non soltanto i binari e l’interno dello scalo ferroviario, ma anche le aree limitrofe come piazza Garibaldi e il Movicentro, zone segnalate da tempo dai residenti come punti sensibili.

I controlli di oggi sono successivi ad una decisione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto di Torino Donato Cafagna, che si è riunito giovedì scorso alla presenza del questore, dei comandanti provinciali di carabinieri e guardia di finanza, del sindaco e dei rappresentanti della Polfer e di FS Security. Un provvedimento che arriva dopo mesi di tensioni, aggressioni e polemiche, e che vuole restituire almeno un’idea di sicurezza a una delle zone più delicate della città.

La decisione prevede un rafforzamento dei servizi di vigilanza e controllo non solo in stazione, ma anche nei parchi pubblici e negli spazi urbani vicini allo scalo ferroviario. L’obiettivo dichiarato è contrastare il degrado legato alla presenza di senza dimora e di immobili dismessi.

Sono già partite anche  le operazioni di sgombero nelle strutture del compendio ferroviario, occupate abusivamente soprattutto di sera e di notte. Inoltre, sono state istituite zone a vigilanza rafforzata per allontanare persone con precedenti per reati contro la persona, il patrimonio e per spaccio di stupefacenti.

Uno dei primi provvedimenti ha riguardato lo sgombero della casetta tra la ferrovia e via Ceresa, occupata da una coppia di origine rom che vi viveva da almeno cinque anni.

Il provvedimento del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica arriva dopo l'ultima aggressione che ha avuto, come teatro, proprio la stazione ferroviaria. 

Qualche giorno fa, un minorenne chivassese era stato aggredito con un taglierino nell’atrio della stazione. Circondato da un gruppo di ragazzi, si è rifiutato di consegnare denaro ed è stato colpito al volto, sotto l’occhio. Una ferita netta, che rischia di diventare cicatrice permanente. Non è stata sporta denuncia, ma la dinamica resta inquietante: violenza improvvisa, gratuita, in un luogo che i cittadini ormai considerano pericoloso.

Non è un episodio isolato. Qualche mese fa, sulla passerella che collega via Caluso a piazza Garibaldi, un sedicenne era stato minacciato con un coltello da cucina. Anche lì la richiesta era di soldi. La vittima riuscì a fuggire e a chiedere aiuto, ma l’allarme si diffuse in tutta la città: una zona franca dove bastava attendere il cambio di turno della vigilanza per colpire indisturbati. Già allora erano emerse le lacune: assenza di telecamere, presidi serali insufficienti, operatori di sicurezza troppo pochi.

Il Comune ha provato a reagire con ordinanze del sindaco Claudio Castello e divieti. Prima quella “anti-vetro”, poi l’ordinanza che vietava la vendita e il consumo di alcolici in certe fasce orarie, fino alla rimozione delle panchine. Misure che hanno creato più problemi che soluzioni. Perché togliere i posti a sedere non impedisce ai gruppi di bivaccare. E vietare una birra dopo le 20 non spaventa chi delinque, ma danneggia chi lavora onestamente. Lo sa bene Atiqur Rahman, ad esempio, titolare del mini-market di via Torino, costretto a spegnere i frigoriferi mentre a pochi metri la movida continuava.

Ordinanze assurde, selettive, punitive verso chi paga affitti e tasse.

Al degrado della stazione sono nate anche polemiche politiche, forti. E sono state raccolte firme: 2.000, per l'esattezza, quelle che la scorsa primavera ha raccolto Bruno Prestìa, consigliere comunale di "Per Chivasso" per chiedere maggiore sicurezza in stazione.

Lo stesso Prestìa, attraverso una nota stampa, proprio oggi ritorna sul tema della sicurezza in stazione. 

Prestìa ricorda innanzitutto le tappe principali di questo percorso: “Dopo aver presentato in Consiglio comunale diverse proposte, abbiamo promosso una petizione che ha raccolto 2.000 firme per chiedere un presidio di sicurezza fisso. Le firme, raccolte stando per settimane sul territorio, sono state consegnate lo scorso aprile al Prefetto di Torino, il dottor Raffaele Cafagna, durante un Comitato di sicurezza svoltosi proprio a Chivasso. Un passaggio che ha dato un peso politico inequivocabile alle nostre richieste”.

La mobilitazione non si è fermata a quella consegna. Il gruppo sottolinea come il sostegno del segretario cittadino della Lega Alessandro Busso e dell’onorevole Alessandro Giglio Vigna abbia consentito di aprire tavoli di confronto con Polfer, RFI e FS Security. Da questi incontri sono scaturiti i primi risultati tangibili: l’arrivo di due nuovi agenti di Polizia ferroviaria e l’introduzione di 4-6 operatori di FS Security in servizio presso la stazione di Chivasso. “Un presidio mai visto prima”, sottolinea Prestìa. A questo si aggiunge l’avvio dell’iter di progettazione per i lavori di ristrutturazione della stazione, confermato durante l’ultimo incontro di luglio con i responsabili di RFI, FS Security, Ferrovie dello Stato e Trenitalia.

Ecco perché, secondo Per Chivasso, è “irrispettoso dover ascoltare o leggere che fino ad oggi nulla si è mosso”. Prestìa spiega che queste affermazioni sminuiscono non solo l’operato del gruppo, ma anche l’impegno dei 2.000 cittadini che hanno firmato la petizione: “A loro va la nostra gratitudine e il nostro impegno a continuare a lottare per la sicurezza, un diritto irrinunciabile per la comunità”.

Il capogruppo punta poi il dito contro l’amministrazione comunale: “Se avesse dato più peso alle nostre proposte, senza accusarci di strumentalizzare, forse oggi la situazione sarebbe diversa e i luoghi più sicuri”. Non manca una stoccata diretta al sindaco Claudio Castello, che recentemente ha inviato una missiva al Prefetto proprio citando quelle 2.000 firme: “Le stesse che oggi vengono usate per rafforzare le richieste dell’amministrazione. Le nostre iniziative sono sempre state trasparenti e al servizio della cittadinanza: per questo le riteniamo una nostra vittoria”.

Il gruppo, tuttavia, non intende fermarsi qui. Oltre alla petizione, in Consiglio comunale sono già state avanzate altre proposte: dall’introduzione del taser per gli agenti, ai turni notturni della Polizia municipale a supporto delle Forze dell’Ordine, fino alla creazione di un tavolo di coordinamento per presidiare in modo costante l’area della stazione.

“Il nostro unico obiettivo è la sicurezza per Chivasso, con azioni concrete e senza propaganda fine a se stessa”, ribadisce Prestìa.

“Ci auguriamo che quanto ottenuto sia solo l’inizio di un percorso che riporti legalità e serenità in stazione. Continueremo a vigilare, ad ascoltare i cittadini e a presentare proposte per migliorare insieme la nostra città”.

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