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“La violenza ci ri-guarda”: a Ivrea una serata per dire no alla violenza di genere

Il 13 settembre alle 21, nella sala Santa Marta, l’iniziativa promossa dal CSTAV e dal Club per l’Unesco di Ivrea: psicologhe, musica e arte per riflettere su un problema che riguarda l’intera comunità

“La violenza ci ri-guarda”: a Ivrea una serata per dire no alla violenza di genere

“La violenza ci ri-guarda”: a Ivrea una serata per dire no alla violenza di genere

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Il 13 settembre alle ore 21, in sala Santa Marta di Ivrea, un incontro che vuole essere insieme riflessione, testimonianza e azione concreta: “La violenza ci ri-guarda”. Il titolo scelto non lascia spazio a interpretazioni. Non è un problema degli altri, non è una questione confinata alle aule dei tribunali o alle statistiche che puntualmente vengono diffuse: riguarda tutti. Donne, uomini, giovani, anziani, istituzioni e cittadini. Riguarda la comunità intera, che non può più permettersi di voltarsi dall’altra parte.

L’iniziativa è organizzata dal Centro Studi e Trattamento dell’Agire Violento (CSTAV), fondato nel 2017 dalla psicologa e psicoterapeuta Cristina Moretta, in collaborazione con il Club per l’Unesco di Ivrea. Un connubio significativo: da un lato la clinica e la ricerca psicologica applicata al recupero di chi commette violenza, dall’altro una realtà che ha come missione la diffusione di valori universali di rispetto, diritti e pace. Insieme hanno scelto di costruire un evento che non sia solo una conferenza, ma un momento collettivo capace di intrecciare voci, esperienze, musica e arte.

Il CSTAV nasce dall’esperienza di professionisti che hanno lavorato a lungo in ambito penitenziario e sanitario, confrontandosi con autori di reati legati alla violenza di genere e alla cosiddetta IVP, Intimate Violence Partner. Con il tempo, raccontano gli organizzatori, è emersa una contraddizione evidente: moltissime energie e risorse erano concentrate, giustamente, sulle vittime, ma troppo poco veniva fatto per affrontare le cause profonde della violenza, ovvero chi la compie. Senza un percorso di consapevolezza e responsabilità emotiva, il rischio di recidiva rimane altissimo. Da questa constatazione è nata l’idea di fondare il Centro, con l’obiettivo di proseguire i trattamenti psicologici avviati in carcere e offrire uno spazio clinico dedicato a lavorare sulle radici del comportamento violento.

Dal 2017 a oggi il CSTAV ha visto crescere il proprio ruolo e le proprie competenze. L’introduzione del Codice Rossonel 2019 e del Codice Rosso Rafforzato nel 2023 ha imposto nuove regole e nuove responsabilità per la gestione dei casi di violenza domestica e di genere. Il Centro ha così avviato collaborazioni dirette con la Procura, il Tribunale di Sorveglianza, la Questura e l’Ufficio Esecuzione Penale Esterna, partecipando a tavoli tecnici con il Comune e la Città Metropolitana di Torino. Non un lavoro isolato, dunque, ma parte di una rete istituzionale che considera la prevenzione della violenza un obiettivo condiviso.

Dal 2024 il CSTAV è presente anche a Ivrea, grazie a un protocollo siglato con l’associazione “Violetta – La Forza delle Donne”, realtà da anni impegnata nell’assistenza alle vittime. Lo sportello eporediese, coordinato dalla dottoressa Brigantini e dalla psicoterapeuta Gribaudi, rappresenta un presidio concreto sul territorio, capace di intercettare situazioni a rischio e di accompagnare sia le vittime sia gli autori in percorsi di sostegno e trattamento.

La serata del 13 settembre nasce proprio da questa esperienza: dal lavoro clinico quotidiano, dall’ascolto di storie difficili, ma anche dalla convinzione che solo una comunità informata e consapevole possa davvero fermare la spirale della violenza. “La violenza ci riguarda, anzi ci ri-guarda”, spiegano gli organizzatori. “È un’ombra che si muove dentro la nostra psiche e l’unico modo per contenerla è guardarla, ascoltarla, starle vicino. Solo così si possono trovare canali più maturi e socialmente adeguati per esprimere le emozioni e superare l’agito violento”.

Accanto alla parte scientifica e psicologica, l’evento offrirà anche un momento artistico e culturale. Sul palco della sala Santa Marta saliranno i Musicanti di Strada, gruppo canavesano nato nel 2021 che propone un repertorio che va dal folk al rock, spaziando tra autori italiani e stranieri. Non sono musicisti qualsiasi: da sempre hanno scelto di legare le loro esibizioni a progetti solidali, sostenendo cause sociali e iniziative umanitarie. Non stupisce quindi che abbiano accettato di partecipare con entusiasmo a una serata che vuole dire no alla violenza sulle donne e, più in generale, a ogni forma di sopraffazione.

A impreziosire l’incontro ci sarà anche una mostra a cura della Bottega dell’Arte di Mercenasco e dintorni, nata nel 2022 da un’idea dell’artista torinese Tullia Udovicich. Si tratta di un collettivo di artisti e appassionati non professionisti che hanno trovato nello scambio e nella creatività un punto di forza. Acquerelli, acrilici, tecniche miste: le opere esposte accompagneranno la serata, offrendo ai partecipanti non solo parole e musica, ma anche immagini capaci di evocare emozioni e riflessioni.

violenza

Il Club per l’Unesco di Ivrea, che ha deciso di farsi promotore dell’iniziativa insieme al CSTAV, sottolinea l’importanza di un’azione culturale ampia, capace di andare oltre l’emergenza e costruire una sensibilità diffusa. Non a caso l’evento è pensato come un intreccio di linguaggi diversi: la scienza e la psicologia, certo, ma anche l’arte e la musica, strumenti che parlano direttamente alla coscienza collettiva.

L’ingresso è libero. Chiunque potrà partecipare, ascoltare, farsi coinvolgere. Sarà una serata di riflessione ma anche di comunità, perché la violenza non si combatte da soli. Serve la voce dei professionisti, delle istituzioni, delle associazioni. Ma serve anche il contributo dei cittadini, di chi sceglie di esserci e di dire, con la propria presenza, che la violenza non è mai giustificabile, che non è un destino inevitabile, che può e deve essere fermata.

Insomma "La violenza ci riguarda, anzi ci ri-guarda" e guardarla in faccia, insieme, è il primo passo per superarla.

locandin

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