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Cronaca
30 Agosto 2025 - 15:57
Notte di paura nel quartiere Regio Parco
Notte di paura nel quartiere Regio Parco di Torino. Erano da poco passate le quattro del mattino quando due automobili parcheggiate lungo corso Taranto sono state avvolte dalle fiamme. Un boato, il crepitio dei vetri in frantumi, poi il fuoco che si è alzato rapido, illuminando per qualche minuto le case attorno e svegliando di soprassalto i residenti. L’intervento tempestivo dei Vigili del fuoco ha evitato che l’incendio si propagasse, riportando la situazione in sicurezza. Ma la domanda resta: chi ha appiccato il rogo?
Ancora nessuna certezza, nessuna prova concreta. Solo voci, ricostruzioni di chi dalla finestra ha visto bagliori e ha pensato subito ai “soliti noti”. Già, perché il quartiere non è nuovo a episodi di tensione, risse e atti vandalici. Proprio il giorno precedente una violenta colluttazione aveva animato la zona tra corso Taranto e via Senigallia, con protagonisti — dicono alcuni residenti — gli stessi gruppi che da tempo frequentano la zona. Un degrado quotidiano che alimenta paura, rabbia e senso di abbandono.
Ad alzare la voce è stata Verangela “Vera” Marino, esponente di Fratelli d’Italia e capogruppo in Circoscrizione 6, da anni impegnata sul fronte della sicurezza nelle periferie torinesi. Le sue parole sono dure, cariche di frustrazione: “Per quanto tempo ancora i residenti e i commercianti onesti dovranno fare i conti con questi delinquenti che si comportano come se fossero nel far west? Non è possibile che il prezzo di una politica irresponsabile di sinistra lo paghino i cittadini”.
Marino, che in passato è stata più volte protagonista di denunce pubbliche contro degrado e spaccio — fino ad essere anche aggredita fisicamente in alcune occasioni — non usa giri di parole. “Se alcuni assessori vogliono definire questi delinquenti fragili, allora li portino a vivere nei loro palazzi. Qui nessuno li tollera più”.
La sua denuncia non è isolata: da settimane i cittadini segnalano episodi di violenza e piccoli incendi dolosi, bidoni rovesciati, risse improvvise che trasformano le strade in un ring. C’è chi parla apertamente di “quartiere polveriera”, dove basta una scintilla per scatenare il caos. E l’incendio delle due auto nella notte sembra confermare la sensazione che la misura sia colma.
Sul piano politico, la vicenda riaccende il dibattito sulla sicurezza urbana e sulla gestione di intere aree della città considerate da tempo critiche. Marino si rivolge direttamente all’amministrazione: “Cara città di Torino, intervenite prima che possa capitare l’irreparabile”. Una frase che suona come un ultimatum, un grido d’allarme ma anche un’accusa precisa: la mancanza di decisioni forti e di interventi concreti.
Mentre le indagini cercano di chiarire la dinamica dell’incendio, resta la paura di chi vive qui. Perché al di là delle appartenenze politiche, le immagini delle auto carbonizzate sono un simbolo amaro di una quotidianità che sembra sfuggire di mano, e di un quartiere che chiede risposte e azioni concrete.
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