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Cronaca
26 Agosto 2025 - 22:09
Corso Nigra a Ivrea
Amaro risveglio, questa mattina per i commercianti di Corso Costantino Nigra a Ivrea. Alcune delle grandi fioriere collocate lungo i marciapiedi come elemento decorativo, erano state abbattute, la terra sparsa ovunque, le piante divelte e il selciato trasformato in un piccolo campo di battaglia. Un’immagine che colpisce non solo per il danno materiale, ma soprattutto per ciò che rappresenta: l’ennesimo atto vandalico che va a sommarsi a una serie ormai lunga di episodi che stanno logorando il senso di sicurezza e di decoro cittadino.
La fotografia del disastro ha fatto in poche ore il giro dei social, alimentando rabbia e sconforto. C’è chi parla apertamente di “figli del disagio e della delinquenza dilagante”, sottolineando come questi gesti non abbiano nulla a che vedere con le bravate giovanili, ma siano piuttosto il segno di un malessere che si scarica contro il bene comune. Qualcuno si domanda se in zona ci siano telecamere, con la speranza che possano aver ripreso i responsabili. Altri invece liquidano la questione con parole dure e senza appello: “Cattivi e maligni, emeriti schifosi, deficienti maleducati”.
Non mancano i paragoni con ciò che accade abitualmente nella stessa via: “Ormai è normale – si legge – o spaccano i finestrini delle macchine, o cercano di entrare nei negozi, adesso tocca alle fioriere”. Una sequenza che dà la misura di quanto la situazione sia percepita come quotidiana e quasi inevitabile.
La rassegnazione però lascia presto spazio alla rabbia. C’è chi scrive che “questa gente deve scomparire, e in fretta”, chi invoca punizioni esemplari, chi propone multe salate e lavori socialmente utili per riparare i danni. Un coro che, seppure con accenti diversi, punta il dito sempre nello stesso punto: l’assenza di conseguenze.
In mezzo ai commenti indignati, c’è anche chi prova a spostare la discussione sul terreno della responsabilità educativa.
“La colpa non è dei giovani, ma degli adulti”, si legge. Una riflessione più lunga del solito che individua le radici del problema in una società che non ha insegnato a sopportare le frustrazioni, a gestire le delusioni, a dare valore alle regole. Una tesi che ha trovato eco in chi ricorda come questi episodi non siano nuovi: “Qualche mese fa avevano buttato giù anche le fioriere dell’altro lato della via, e nessuno ha mai fatto niente”.
La discussione si è scaldata anche su chi, ironicamente o meno, ha definito tutto questo “ragazzate”. Una provocazione che ha fatto saltare i nervi a molti, con risposte indignate: “Non sono ragazzate, sono deficienti, se si annoiano vadano a correre, non a distruggere la città”. E ancora: “Che puliscano loro i marciapiedi pieni di terra e vetri, non certo i cittadini onesti”. Perché è questo il punto: la sensazione diffusa è che a pagare siano sempre i residenti e i commercianti, costretti a vivere in un ambiente deturpato e a rimettere a posto ciò che altri distruggono.
C’è chi allarga il tiro anche all’amministrazione comunale, accusata di essere “muta e cieca”, di non intervenire, di lasciare che il corso più rappresentativo della città finisca ostaggio di vandali e balordi. Qualcuno scrive senza mezzi termini che Ivrea è “in mano ai malavitosi”, altri si domandano dove siano i genitori di questi ragazzi e perché non li richiamino alle loro responsabilità.
E come sempre, nei momenti di rabbia, emergono anche le frasi più dure e dirette: “Si meritano solo schiaffi”, “Individui da prendere a sberle”, “Ai miei tempi si risolveva con calci nel sedere e lavoro duro”. Un lessico che dice molto di quanto il nervo sia scoperto e di come l’inciviltà riesca a far esplodere il lato più esasperato della comunità.
In mezzo alle imprecazioni e agli insulti, si intravede però anche un’altra proposta: far rimettere a posto tutto a chi ha distrutto, obbligarli a pulire i marciapiedi, a risistemare le piante, a confrontarsi con il danno che hanno causato. Un’idea che più di altre sembra trovare un minimo di consenso, come antidoto all’impunità che molti denunciano.
Resta il dato di fatto: in Corso Nigra questa mattina fioriere abbattute, piante divelte, terra rovesciata. Segni concreti di un vandalismo che non può più essere liquidato come episodio isolato. Perché – come scrivono i cittadini – è già successo, e sta succedendo ancora.
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