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Cronaca
26 Agosto 2025 - 14:34
Era giovane, piena di vita, con lo sguardo rivolto sempre verso l’alto, verso quelle montagne che erano diventate il suo orizzonte quotidiano. Chiara Arduino, 25 anni appena compiuti, è stata strappata all’affetto dei suoi cari da un malore improvviso a Valtournenche, dove insegnava sci con la stessa passione con cui, da bambina, aveva iniziato a scivolare sulla neve.
Ieri mattina era a casa, in attesa di raggiungere i giovani dello Sci Club per accompagnarli agli allenamenti sulle piste. Aveva fatto sapere che sarebbe arrivata con un po’ di ritardo, un dettaglio che non destava sospetti. Poi, però, i colleghi hanno iniziato a preoccuparsi, non vedendola arrivare. È così che Chiara è stata trovata senza vita nell’abitazione di Valtournenche dove alloggiava da qualche tempo. Un malore le è stato fatale, spegnendo un sorriso che aveva illuminato le giornate di chiunque la conoscesse.
Chiara era nata con la montagna nel cuore. Sin da piccola aveva indossato gli sci, correndo tra le piste del Garessio, di San Giacomo e poi del Mondolé Ski Team, crescendo passo dopo passo, curva dopo curva, fino a diventare maestra nello Sci Club Ceva. Lì, tra i ragazzi e le famiglie che la conoscevano, aveva saputo trasmettere non solo tecnica e disciplina, ma anche quella scintilla speciale fatta di entusiasmo e amore autentico per lo sport. Ogni lezione non era solo un esercizio: era un invito a scoprire la bellezza del muoversi nella natura, il respiro freddo dell’aria di montagna, la libertà che si prova scivolando sulla neve.
Nonostante la sua giovane età, aveva già conosciuto le difficoltà. In passato aveva dovuto affrontare una malattia, che aveva superato con coraggio e determinazione, tornando più forte di prima. Lo scorso anno aveva conseguito la laurea in servizi sociali a Torino, segno di una mente curiosa e sensibile, attenta agli altri e desiderosa di dare il proprio contributo anche fuori dalle piste.
a notizia della sua morte ha colpito profondamente non solo Garessio, ma l’intera comunità sportiva. La Federazione Italiana Sport Invernali (Fisi) ha ricordato come avesse “una grande passione per lo sport e per la montagna”, stringendosi alla famiglia in queste ore di dolore. Anche l’Associazione Valdostana Maestri di Sci ha espresso il suo cordoglio per la perdita di una “stimata collaboratrice della Scuola Sci del Breuil”, definendo la sua scomparsa “una vita spezzata troppo presto, lasciando un vuoto incolmabile in tutti coloro che l’hanno conosciuta e apprezzata”.
Alle voci del mondo sportivo si aggiunge quella delle istituzioni. “Come amministrazione esprimiamo il nostro più profondo cordoglio e le più sentite condoglianze alla famiglia e ci stringiamo attorno ai suoi cari, al papà e alla mamma”, ha dichiarato il vicesindaco di Valtournenche, Massimo Chatrian, dando voce al dolore di una comunità che si è stretta attorno ai familiari di Chiara.
Dalle prime ore, i messaggi di affetto e ricordo si sono moltiplicati. Lo Sci Club Ceva ha scelto poche, semplici parole per salutarla – “Fin lassù. Semplicemente grazie” – che racchiudono in sé l’essenza di un addio che nessuno avrebbe voluto dare. Anche il Comune di Garessio, gli amici di sempre, i compagni di sci, tutti si stringono attorno a una famiglia devastata da un dolore immenso e improvviso.
Chiara lascia l’immagine di una ragazza che non si è mai arresa, che ha amato la montagna al punto da farne la sua casa, il suo lavoro, il suo destino. Il suo sorriso continuerà a vivere nella memoria di chi ha avuto la fortuna di incrociare il suo cammino, sulle piste innevate che l’hanno vista crescere, nelle vette che guardava con ammirazione e desiderio.
Un addio che pesa come la neve d’inverno, silenzioso e crudele. Un addio che, per chi resta, porta con sé la consapevolezza che alcune vite, seppur brevi, hanno la forza di lasciare un segno profondo, indelebile, impossibile da dimenticare.
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