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Cronaca
23 Agosto 2025 - 18:46
Carluccio Saroglia
Montanaro si è risvegliata con un dolore profondo. Non è un semplice lutto, ma una ferita che tocca il cuore della comunità intera: giovedì sera si è spento Carlo Saroglia, per tutti “Carluccio”, uno di quei volti che hanno attraversato la storia del paese con discrezione e determinazione, lasciando un’impronta che difficilmente potrà essere cancellata. Aveva 88 anni e con lui se ne va un pezzo importante della memoria collettiva, una di quelle figure che non appartengono soltanto alla loro famiglia ma a un’intera comunità.
Il suo percorso di vita è stato scandito da lavoro, passione civile, fede e impegno sociale. Per una vita ha legato il suo nome all’Olivetti e all’Elea, la società del gruppo dedicata alla formazione, dove ha saputo trasmettere quell’idea di modernità e di progresso che in quegli anni rendeva grande l’esperienza eporediese. Non era solo un lavoro: era un modo di essere, un modo di concepire la crescita delle persone attraverso la cultura e l’educazione.
La sua presenza non tardò a farsi sentire anche nella vita politica e amministrativa del paese. Negli anni Sessanta, con il vento del cambiamento che attraversava l’Italia, Saroglia venne eletto consigliere comunale nelle file della Democrazia Cristiana. Erano anni intensi, in cui si stava gettando le basi per il futuro del paese, e Carlo non si tirò indietro. Con il sindaco Michele Brandellero divenne assessore, dedicandosi a temi fondamentali come lo sviluppo urbanistico, la scuola e la cultura. Era convinto che la crescita di Montanaro non potesse prescindere dall’investimento nelle giovani generazioni e nella formazione.
La sua esperienza amministrativa raggiunse poi l’apice negli anni Novanta. Nel 1994, in un momento storico complicato per l’Italia, Montanaro scelse proprio lui come sindaco. Per quattro anni guidò il paese con equilibrio e spirito di servizio, senza mai perdere di vista quel senso di comunità che lo aveva sempre contraddistinto. Anche quando lasciò la fascia tricolore, non abbandonò la politica locale: continuò a sedere in consiglio comunale fino ai primi anni Duemila, offrendo la sua esperienza e il suo sguardo sempre costruttivo.
Ma ridurre la sua vita all’attività amministrativa sarebbe ingiusto. Carlo Saroglia è stato molto di più: un uomo di fede, radicato nella vita parrocchiale e diocesana. Ha ricoperto ruoli di responsabilità, sedendo nel Consiglio Pastorale e nella Commissione Economica, portando sempre equilibrio e saggezza. Si è impegnato nella pastorale familiare, seguendo le coppie che si preparavano al matrimonio e accompagnando i genitori nel cammino di fede al momento del Battesimo dei figli. In tempi in cui la Chiesa cercava di rinnovare il suo linguaggio e il suo modo di stare accanto alle famiglie, Carlo era lì, con la sua concretezza e il suo senso di ascolto.
Non mancò neppure il suo contributo a livello diocesano: fu vicepresidente dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero di Ivrea, un incarico delicato che ricoprì con rigore e passione. E c’è un episodio che racconta bene quanto fosse stimato: quando Papa Giovanni Paolo II visitò Ivrea, l’allora vescovo, monsignor Luigi Bettazzi, scelse proprio Carlo e sua moglie Remida come rappresentanti delle famiglie. A loro, insieme ad altri laici e religiosi, venne affidato il compito di presentare al Pontefice i problemi della diocesi. Una responsabilità grande, che Carlo accolse con la semplicità e la serietà che lo caratterizzavano.
Oggi Montanaro si stringe intorno alla sua famiglia, ma in realtà l’intero paese è come se perdesse un parente. Perché Carluccio era così: un uomo che tutti conoscevano, con cui tutti avevano incrociato la strada almeno una volta. La sua voce, la sua presenza, il suo impegno restano scolpiti nella memoria di chi ha vissuto con lui pezzi importanti della vita comunitaria.
Questo pomeriggio, nella chiesa parrocchiale di Montanaro, il paese ha tributato l’ultimo saluto a Carlo Saroglia. Non è stato solo un funerale, ma un abbraccio collettivo, un gesto di gratitudine verso chi ha dedicato la propria esistenza al bene comune. E' stato un momento di commozione e ricordo, ma anche l’occasione per dire, con un filo di voce spezzata: grazie Carluccio, Montanaro non ti dimenticherà.
La redazione de LA VOCE si unisce al lutto e alla condoglianze al collega Mauro Saroglia, figlio di Carlo e redattore de Il Risveglio Popolare.
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