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Cronaca
20 Agosto 2025 - 10:34
foto archivio
TORINO. È l’una di notte di qualche giorno fa quando la tranquillità di via Ala di Stura, all’angolo con via Sospello, viene spezzata da una rapina violenta. Un giovane si trova di fronte a due uomini che, senza esitazione, lo minacciano e lo costringono a consegnare ciò che ha con sé. Uno dei due brandisce un coltello, arma che non lascia spazio a dubbi: meglio non reagire. Il ragazzo, spaventato, consegna un borsello e il proprio telefono cellulare, sperando che tutto finisca lì. I due aggressori, invece, si allontanano rapidamente nella notte. Ma quella fuga dura poco.
La Centrale Operativa della Polizia di Stato riceve l’allarme e invia immediatamente due Volanti sul posto. Gli agenti raccolgono le prime testimonianze direttamente dalla vittima, che descrive con precisione l’accaduto: due uomini, uno armato, lo hanno fermato e minacciato. Una dinamica purtroppo nota e che porta gli operatori ad attivarsi subito, dando il via a una vera e propria caccia ai rapinatori. Non si tratta di un’operazione semplice: il quartiere, a quell’ora, è immerso nel silenzio e chi si muove cerca di passare inosservato. Ma la determinazione dei poliziotti ha la meglio.
Le ricerche portano le pattuglie poco distante, fino al parco “Sempione”. Qui, i sospetti ricadono immediatamente su due giovani che corrispondono alle descrizioni fornite. Gli agenti procedono al controllo e, tra alcuni blocchi di cemento, trovano ciò che conferma i sospetti: nascosti con una certa goffaggine ci sono sia il coltello utilizzato per la minaccia, sia il telefono cellulare sottratto poco prima. La refurtiva viene recuperata, e per i due uomini scattano le manette.
I fermati sono due cittadini marocchini: un venticinquenne e un trentunenne. Vengono condotti in Questura e tratti in arresto per rapina aggravata in concorso. La refurtiva, nel frattempo, viene restituita al legittimo proprietario, che può così rientrare in possesso dei suoi beni, almeno in parte risarcito dall’efficacia dell’intervento. Un epilogo che, pur non cancellando la paura vissuta, restituisce fiducia nell’azione delle forze dell’ordine.
Gli arresti sono stati convalidati dall’Autorità Giudiziaria, che ha riconosciuto la gravità dei fatti e la fondatezza delle accuse. Al momento, il procedimento penale si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e, come previsto dalla legge, vige la presunzione di non colpevolezza: fino a una sentenza definitiva, i due uomini sono da considerarsi innocenti. Resta comunque il peso di un episodio che ha turbato la comunità e che riporta alla ribalta il tema della sicurezza nelle ore notturne.
Il colpo messo a segno, rapido e violento, e la prontezza della risposta da parte della Polizia di Stato, mostrano due facce della stessa città: da un lato il rischio concreto di finire nel mirino di chi sceglie la strada della delinquenza, dall’altro la presenza costante e attenta delle forze dell’ordine, capaci di intervenire con tempestività e determinazione. Se non ci fosse stato l’intervento immediato delle Volanti, quella notte la vittima avrebbe perso molto di più della semplice refurtiva: avrebbe perso la fiducia nella possibilità di essere protetto.
Insomma, la vicenda, pur risoltasi positivamente, lascia sullo sfondo l’amara consapevolezza di una realtà in cui i cittadini si trovano a convivere con episodi di criminalità sempre più frequenti. Eppure, l’arresto dei due rapinatori rappresenta un segnale forte: chi sceglie la strada della violenza deve sapere che la risposta dello Stato è pronta e decisa.
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