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Cronaca
24 Luglio 2025 - 00:18
Terrorizzava i tassisti con una forbice: arrestato il maniaco delle corse brevi
La sua frase di sfida – «Non me ne frega nulla se avete le telecamere» – suonava come un marchio di arroganza. Ora resta solo il rumore delle manette. È finita dietro le sbarre la breve ma intensa scia di paura lasciata da un uomo che, armato di forbici, aveva messo nel mirino i tassisti di Torino. Tre rapine in 48 ore, tutte con la stessa modalità, tutte compiute in pieno giorno, a pochi passi dal centro. Ma a fermarlo non è stata una soffiata o un colpo di fortuna: è stato il coraggio compatto della categoria, una rete di tassisti che ha deciso di non subire più in silenzio.
Il rapinatore, un tossicodipendente con precedenti penali, agiva sempre con la stessa tecnica. Faceva chiamare un taxi da un passante, saliva in auto, scambiava qualche parola educata, indicava una destinazione – quasi sempre in zona Aurora o nei pressi dell’ex stabilimento Gondrand – e, una volta giunto a destinazione, tirava fuori la forbice e la puntava contro il conducente. Pretendeva i contanti, spesso poche decine di euro, e le chiavi dell’auto, per garantirsi la fuga indisturbata.
È successo anche a Luciano, tassista con 23 anni di servizio, aggredito dopo aver caricato il passeggero in corso Francia. All’arrivo in via Brindisi, si è trovato la lama a pochi centimetri dal collo. Ha mantenuto la calma, gli ha consegnato i soldi, e il ladro si è dileguato. Solo in quel momento Luciano ha compreso che si trattava della stessa persona che il giorno prima aveva rapinato un collega, con identiche modalità.
Ma questa volta, la paura si è trasformata in reazione. I tassisti si sono parlati, hanno tracciato i movimenti del sospetto, hanno incrociato informazioni. E mentre le forze dell’ordine ricevevano le prime denunce, le immagini delle telecamere installate a bordo dei veicoli rivelavano un volto noto, già schedato. Il lavoro incrociato di chi lavora su strada e di chi indaga ha dato i suoi frutti: alle 19 di ieri sera, il rapinatore è stato bloccato nella zona della piscina Sempione, a due passi dal Parco.
L’arresto è stato accolto con sollievo da tutta la categoria. Il bottino, in fondo, era esiguo: circa trecento euro in totale. Ma l’effetto psicologico era devastante. Pochi istanti bastavano a trasformare una normale corsa in un incubo. Nessuno si sentiva più al sicuro. Nemmeno in pieno giorno.
Roberto Rocco, amministratore di Taxi Torino, ha parlato a nome dei colleghi, sottolineando la soddisfazione per la rapidità dell’operazione: «Sono felice che questa storia si sia risolta in 48 ore grazie ai colleghi e soci di Taxi Torino». Un messaggio chiaro: quando la categoria si unisce, sa difendersi. E anche chi pensava di passare inosservato, protetto dall’anonimato delle strade e dall’indifferenza della città, ha dovuto fare i conti con una rete vigile, determinata e solidale.
Il rapinatore è ora sotto custodia. E Torino, almeno per oggi, può respirare un po’ di sollievo. Ma resta l’interrogativo su una città dove anche un paio di forbici possono diventare strumento di terrore. E dove la sicurezza, ancora una volta, è stata difesa da chi ogni giorno lavora su quattro ruote.
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