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Cronaca
17 Luglio 2025 - 00:28
Alberto Bolaffi
Una firma che da sola rappresentava una garanzia assoluta nel mondo della filatelia a livello internazionale. È morto all’età di 89 anni Alberto Bolaffi, presidente onorario della società Bolaffi e presidente della holding Plurinvest, cuore finanziario del gruppo. Con lui se ne va non solo un protagonista del collezionismo mondiale, ma anche il custode e l'erede della terza generazione di una dinastia che ha trasformato una passione di famiglia, iniziata nel lontano 1890, in un impero del gusto, dell’autenticità e del valore storico.
Nato a Torino, culla dell’impresa fondata dal nonno Alberto senior, Alberto ha raccolto e amplificato l’eredità di famiglia. Dopo il padre Giulio, è stato lui a dare un impulso decisivo alla crescita della Bolaffi, portandola ai vertici mondiali non solo nel settore filatelico e numismatico, ma anche allargando il campo al mondo delle aste, ai memorabilia spaziali, all’editoria d’arte, ai manifesti storici e persino alla moda da collezione. Un orizzonte culturale vasto e raffinato, costruito con competenza e passione.
"Ha contribuito in modo determinante alla crescita e all'affermazione di Bolaffi, valorizzando la tradizione iniziata con suo nonno nel lontano 1890, e dando al commercio filatelico un ulteriore, grande impulso a livello nazionale e internazionale", ricorda oggi la società nel messaggio ufficiale diffuso alla stampa. Dal 2013, le deleghe operative erano passate al primogenito Giulio Filippo, oggi alla guida di un’azienda solida, innovativa, sempre fedele al proprio DNA.
Uomo di gusto, dall’eleganza naturale – un tratto distintivo della famiglia Bolaffi – Alberto è stato attivo nell’impresa di famiglia fin dagli anni Sessanta, mettendo a frutto competenze approfondite in ogni ambito. Perito filatelico di prestigio, membro della Association Internationale des Experts Philatéliques (AIEP), la sua firma autentica compare su documenti filatelici tra i più preziosi al mondo. Il suo nome è legato a riconoscimenti di altissimo profilo: nel 1992 è stato inserito nel Roll of Distinguished Philatelists, la massima onorificenza mondiale del settore, un albo d’oro fondato nel 1921 e il cui primo firmatario fu re Giorgio V d’Inghilterra. Un onore che, prima di lui, avevano ricevuto anche il nonno e il padre.
Nel 1997 ha ricevuto la prestigiosa medaglia Tilleard dalla Royal Philatelic Society of London, che lo ha nominato membro onorario – l’unico non britannico ad aver ottenuto tale status. È stato inoltre membro corrispondente dell’Académie de Philatélie in Francia e membro onorario dell’Académie Européenne de Philatélie. Una rete di relazioni costruita attorno al rispetto e all’autorevolezza.
Parallelamente, Alberto Bolaffi è stato anche un giornalista pubblicista, direttore per decenni della rivista “Il Collezionista”, fondata dal padre nel 1945, e che sotto la sua direzione divenne un punto di riferimento per appassionati e studiosi del settore. Nel 1961, con la fondazione della Giulio Bolaffi Editore, lanciò pubblicazioni che segnarono un’epoca, contribuendo all’ascesa della casa editrice nel mondo dell’arte e del collezionismo. Il Catalogo d’Arte Moderna e soprattutto il celebre Catalogo Bolaffi dei Vini, redatto con la firma illustre di Luigi Veronelli, furono pubblicazioni seminali, capaci di orientare i gusti di un’intera generazione.
Da quell’esperienza editoriale nacque anche, nel 1970, la Bolaffi Mondadori, frutto di una partnership con Arnoldo Mondadori, con sede a Torino e guidata da Alberto Bolaffi in qualità di amministratore delegato. La casa editrice, grazie al successo di riviste come “Bolaffi Arte” e “Weekend”, conobbe anni di grande fermento culturale e venne poi ceduta a Giorgio Mondadori, mantenendo in capo alla famiglia Bolaffi le edizioni specializzate in filatelia e numismatica.
Nel giugno del 1993, il presidente della Repubblica lo ha nominato Cavaliere del Lavoro, suggellando ufficialmente un percorso professionale e umano che aveva contribuito a dare dignità e visibilità a un settore spesso sottovalutato. Ma Alberto Bolaffi è stato anche altro: un uomo legato alla memoria, alle radici, alla resistenza. Nel 1998 ha fondato il Challenge Stellina, un’emozionante corsa in montagna che si svolge ogni anno in Valle di Susa, lungo il percorso che porta da Susa al Rocciamelone. Un’iniziativa nata per ricordare il padre Giulio, noto partigiano con il nome di battaglia Aldo Laghi, comandante della divisione Stellina che liberò e difese l’area del Moncenisio dai nazisti.
Con la morte di Alberto Bolaffi, il mondo del collezionismo perde uno dei suoi più raffinati ambasciatori. Torino perde un uomo colto, sobrio, riservato, che ha saputo attraversare epoche diverse mantenendo saldo il valore della qualità, della ricerca e del rispetto per il passato. La famiglia Bolaffi resta, con le nuove generazioni, custode di una visione che non è solo commerciale, ma profondamente culturale. E il suo nome, inciso nei documenti filatelici di mezzo mondo, continuerà a parlare di lui, con la forza silenziosa delle cose autentiche.
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