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12 Luglio 2025 - 15:02
Volo cancellato. Rimborso nel 2031. È il nuovo pacchetto 'slow travel' Ryanair
Ryanair ti porta ovunque. Ma per riportarti i soldi, serve una macchina del tempo. Magari con scalo tecnico a Busto Arsizio e rinvio a data da destinarsi. È la nuova forma di turismo estremo: l’attesa del rimborso. Dimenticate gli sport adrenalinici. Il vero brivido, oggi, è inseguire 250 euro per otto anni nei meandri della giustizia italiana. Un'epopea che parte con un ritardo aereo e finisce — forse — nel 2031.
Il comunicato firmato da Federico Tarantino, ufficio stampa di ItaliaRimborso, è un capolavoro di realismo giudiziario: “Otto anni per 250 euro. E non è nemmeno un film di Sorrentino.”
L’avvocato Salvo D’Angelo, direttore legale della claim company, denuncia lo stallo giudiziario con la flemma di un passeggero che ha già finito le sigarette, il panino, e pure le speranze. La prossima udienza? Ottobre 2031. E il volo contestato? Marzo 2023. Se tutto va bene, il rimborso arriverà quando l'aereo sarà diventato relitto e l’aeroporto un centro commerciale.
Ma lo Stato che fa? Incassa. Contributi unificati, marche da bollo, sorrisi compiaciuti. E la compagnia? Aspetta. Tanto chi ha tempo non aspetti tempo. Le low cost pagano le tasse all’estero, ma intanto intasano le cancellerie nostrane. Il risultato? Un’Italia a due velocità: Ryanair che decolla ogni 20 minuti, e il Giudice di Pace che rinvia ogni 20 mesi. Con i cittadini appesi a un verdetto che potrebbe tranquillamente arrivare post-mortem.
D’Angelo invoca la Legge Pinto, che sancisce il diritto a un risarcimento per la durata irragionevole dei processi. A questo punto, viene voglia di proporre anche una Legge RayanAirone, in onore della creatura mitologica che sorvola i diritti dei passeggeri con ali di latta e cuore low-cost.
E l’ENAC? Secondo D’Angelo, potrebbe intervenire, istruire fascicoli, sanzionare compagnia per compagnia, passeggero per passeggero. Ma nulla. "Se multassero ogni sinistro con 2.500 euro, incasserebbero 125 milioni. Basterebbero per rifare un paio di Tribunali." Invece si aspetta. E si tace. Perché forse — e qui l’avvocato è brutale — “questa situazione fa comodo a molti.” Eccolo il cortocircuito perfetto: lo Stato che danneggia lo Stato, mentre il cittadino, contribuente e sfigato, subisce.
Le compagnie contano su una giustizia impantanata. Il sistema è talmente disfunzionale che le cause si trascinano, cambiano interpretazione da foro a foro, da giudice a giudice, da luna piena a sciopero nazionale. E mentre si aspetta il verdetto, si cambia stagione, governo, vita.
Salvatore D'Angelo
“I cittadini perdono fiducia nella giustizia”, dice l’avvocato. Ma anche nei voli, nei diritti, nei numeri verdi. E forse anche nelle valigie, che nel frattempo Ryanair ha imbarcato per errore su un charter per Vladivostok.
E quindi? Una proposta: rimborsi erogati in buoni pasto da consumare in aeroporto (validi solo se il gate è chiuso e il volo è già partito). Oppure, più onestamente, un programma fedeltà: “Otto anni di processo, l’indennizzo lo paga tua nipote”.
Perché ormai è chiaro: Ryanair vola veloce. Ma la giustizia italiana… ha perso il volo.
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