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Cronaca
05 Luglio 2025 - 09:22
Accertamenti
Non sono rari, purtroppo, i controlli che finiscono con multe salate e provvedimenti gravi. Ma questa volta, nelle Valli di Lanzo, i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Torino hanno trovato ben più di qualche irregolarità formale. Nel mirino dell’operazione, condotta congiuntamente al personale specializzato del Comparto Tutela Lavoro e agli ispettori dell’Ispettorato d’Area Metropolitana di Torino, sono finiti due cantieri edili che si sono rivelati esempi emblematici di come, in certi casi, la sicurezza venga trattata come un fastidio, più che come un dovere.
Nel primo cantiere, un intervento stradale di ripristino delle sponde, le irregolarità hanno riguardato il Piano Operativo di Sicurezza, carente soprattutto nella valutazione del rischio seppellimento, un pericolo concreto per chi lavora a ridosso di terreni instabili. A ciò si è aggiunta la totale assenza di una segnaletica adeguata, esponendo a rischio non solo gli operai, ma anche gli utenti della strada.
Nel secondo cantiere, la situazione si è rivelata ancora più critica. L’impresa non era in possesso della patente a creditiprevista per operare, non aveva redatto il Piano Operativo di Sicurezza, e due lavoratori sono risultati completamente “in nero”, privi di contratto, senza formazione né visita medica, come se lavorare in un cantiere fosse cosa da nulla. Un quadro talmente grave da indurre gli ispettori a disporre l’immediata sospensione dell’attività imprenditoriale.
A carico dei due titolari delle imprese edili, è scattata la denuncia all’Autorità Giudiziaria di Ivrea, mentre le sanzioni amministrative ammontano complessivamente a 27.368 euro. Non si tratta di un dettaglio: dietro quei numeri ci sono norme violate, vite esposte a rischi evitabili, e un sistema di concorrenza sleale che danneggia le imprese oneste.
I provvedimenti sono stati adottati in fase di indagine preliminare. Come previsto dalla legge, vige la presunzione di innocenza per i soggetti coinvolti, fino a eventuale condanna definitiva.
Intanto, i Carabinieri ribadiscono che i controlli sul territorio continueranno con intensità crescente, per contrastare tanto il lavoro sommerso quanto l’irresponsabile gestione della sicurezza in ambito edilizio. Perché, come ricorda il codice penale e la coscienza civile, sul lavoro non si può morire. E nemmeno rischiare la vita per colpa di chi sceglie di risparmiare sulla pelle degli altri.
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