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Cronaca
05 Luglio 2025 - 09:30
Orologi fantasma e soldi spariti: in 40 truffati da Mattia Furcò
Truffa aggravata e una lunga lista di vittime sparpagliate in tutta Italia. È questo lo scenario che si presenterà in aula a ottobre, quando prenderà il via la prima udienza del processo a carico di Mattia Furcò, accusato di aver messo in piedi un sofisticato schema di raggiro online legato alla presunta vendita di orologi di lusso. Marchi da sogno, promesse da incubo.
Secondo le accuse formulate dalla Procura, Furcò avrebbe architettato un sistema di vendita fittizia, sfruttando i canali social e le piattaforme digitali per pubblicizzare orologi di brand prestigiosi a prezzi molto competitivi. Un’operazione che, a giudicare dal numero delle vittime – circa quaranta in tutta Italia – ha sortito l’effetto sperato: tantissimi utenti hanno abboccato, versando somme anche molto consistenti per orologi che, in realtà, non sono mai stati spediti.
Tra i truffati ci sono almeno otto cittadini piemontesi, ma l’inganno ha avuto un raggio d’azione ben più ampio, con acquirenti provenienti da diverse regioni del Paese, convinti di avere tra le mani l’affare del secolo. E invece si sono ritrovati con un pugno di mosche, bonifici ormai partiti e contatti che, puntualmente, sparivano nel nulla.
A far scattare l’indagine è stata la denuncia di un legale torinese, l’avvocato Gino Arnone, incaricato da una delle prime vittime che si è insospettita davanti alla mancata consegna del prezioso acquisto. L’allarme è arrivato giusto in tempo: quella singola denuncia si è trasformata nella miccia che ha fatto esplodere un’indagine più ampia, che ha portato alla luce uno schema truffaldino ben rodato e probabilmente reiterato nel tempo.
Le parti offese hanno già annunciato la volontà di costituirsi parte civile e in aula verranno richiesti risarcimenti per migliaia di euro. Soldi che, probabilmente, non riusciranno mai a vedere, ma che serviranno quantomeno a fissare nero su bianco la responsabilità penale di quanto accaduto.
Ma Mattia Furcò non è una comparsa nel panorama delle cronache giudiziarie. Il suo nome era già balzato all’attenzione delle forze dell’ordine in passato: fu infatti trovato in possesso di oltre 20.000 euro in banconote false e persino di una divisa della polizia, circostanza che aggiunge ulteriore inquietudine al quadro complessivo. Una figura che pare muoversi con disinvoltura in un mondo di finzioni, travestimenti e illusioni, con un talento sprecato al servizio dell’inganno.
L’appuntamento in tribunale per la prima udienza del processo è fissato per ottobre, e si preannuncia lungo e complesso, anche alla luce del numero elevato di soggetti coinvolti. Sarà l’occasione per fare finalmente luce su una vicenda che ha lasciato decine di persone senza soldi e con la beffa di non aver mai ricevuto ciò che avevano ordinato.
Nel frattempo, resta la raccomandazione a non fidarsi di offerte troppo allettanti e a diffidare da chi promette orologi da sogno con un semplice click. Perché a volte, dietro un quadrante dorato, può nascondersi l’ombra lunga della truffa.
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