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Cronaca
03 Luglio 2025 - 10:06
Falso dentista curava in nero: sigilli e maxi multa a Ciriè
È successo a Ciriè, dove i Carabinieri del NAS sono intervenuti per verificare la regolarità di un’attività odontoiatrica, gestita da un uomo di circa cinquant’anni, fino ad oggi senza precedenti penali, ora al centro di un’inchiesta che ipotizza l’esercizio abusivo della professione sanitaria.
Dietro la porta di quello studio, nascosto in una via cittadina apparentemente tranquilla, si sarebbe consumata una messinscena pericolosa. Il paziente entrava convinto di trovarsi in mani sicure. Invece, secondo quanto emerge dagli accertamenti in corso, finiva sotto le cure di una persona che non risulterebbe in possesso di un titolo abilitativo, né iscritta all’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri.
Le verifiche proseguono anche sulle autorizzazioni e sull’effettivo regime di controllo sanitario. In altre parole: un possibile caso di abusivismo, con tanto di poltrona, trapani e assistente. Tutto vero? Lo stabiliranno i magistrati. I NAS, intanto, hanno avviato l’istruttoria nell’ambito di un piano nazionale di verifiche volto a contrastare le strutture sanitarie irregolari.
Secondo quanto trapelato, lo spazio in cui l’uomo riceveva i pazienti sarebbe risultato non conforme agli standard previsti, ma non è stato disposto alcun sequestro. Le indagini puntano a verificare ogni aspetto, compresi quelli legati alla sicurezza degli ambienti.
L’eventuale chiusura dello studio, se confermata, potrebbe comportare sanzioni anche pesanti. Le norme parlano chiaro: per l’esercizio abusivo della professione sono previste multe che possono superare le decine di migliaia di euro. Ma, al momento, ogni ipotesi è prematura.
La storia non finisce qui. Il caso è infatti all’attenzione anche della Guardia di Finanza, che potrebbe valutare la regolarità degli aspetti economici dell’attività. Ma al momento – secondo quanto riferito dal legale dell’uomo – non risultano contestazioni di natura fiscale, né sono emersi elementi certi che facciano pensare a irregolarità nei pagamenti o nella documentazione contabile. Se qualcosa emergerà, saranno le autorità a valutarlo. Fino ad allora, si parla solo di ipotesi.
La notizia si è diffusa in città in poche ore. E a Ciriè l’inquietudine è palpabile. Chi ha frequentato quello studio si chiede oggi se la propria salute sia stata compromessa. Un dubbio legittimo, che porta le autorità sanitarie locali a invitare eventuali pazienti a sottoporsi ad accertamenti.
Nel frattempo, l’Ordine degli Odontoiatri ha lanciato un appello: “Invitiamo i cittadini a verificare sempre l’iscrizione all’Albo del professionista a cui si affidano. È un controllo semplicissimo, si può fare online in pochi secondi. Diffidate di chi lavora in studi privi di targhe ufficiali, senza cartellonistica chiara, e soprattutto di chi propone cure a prezzi stracciati. La salute non è una promozione da volantino”.
I NAS, da parte loro, fanno sapere che i controlli continueranno a tappeto, in tutto il Piemonte e in particolare nell’area metropolitana torinese, dove già in passato erano emersi casi simili.
“La lotta contro gli studi abusivi è una priorità”, ribadiscono. Perché ogni studio irregolare rappresenta un rischio per i pazienti e una concorrenza sleale verso chi lavora nel rispetto delle regole.
Insomma, questa non è solo una storia di verifiche in corso. È l’ennesimo segnale di quanto la tutela della salute pubblica passi anche — e soprattutto — da controlli rigorosi, trasparenza, e legalità. E che un camice, da solo, non basta a fare un medico.
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