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Cronaca

Dramma a San Giusto Canavese: un incendio partito dal ciglio della strada distrugge il raccolto

All'origine del rogo probabilmente un mozzicone

Un mozzicone e un gesto incosciente: campo di grano distrutto dalle fiamme a San Giusto Canavese, tragedia sfiorata vicino alle case

Un mozzicone e un gesto incosciente: campo di grano distrutto dalle fiamme a San Giusto Canavese, tragedia sfiorata vicino alle case

Un rogo violento ha devastato oggi, domenica 29 giugno, un campo di grano in via Grametti, nei pressi del cimitero. Le fiamme, alimentate dal vento e dal caldo torrido, hanno distrutto in pochi minuti mesi di lavoro agricolo. A farne le spese è stato il proprietario del terreno, che ha visto bruciare il raccolto ormai maturo, pronto per la mietitura.

Secondo quanto riferito dal Comune di San Giusto Canavese, l’incendio è partito dal ciglio della strada, dove la vegetazione secca ha reso il terreno una polveriera. La causa più probabile: un gesto superficiale, forse un mozzicone di sigaretta acceso gettato a terra. «Non vogliamo credere a un gesto doloso. È più plausibile che tutto sia partito da una leggerezza, forse da un mozzicone di sigaretta gettato a terra senza pensare alle conseguenze. Ma proprio questo ci spinge a una riflessione amara: basta un attimo, un gesto distratto, per causare danni enormi», si legge nel post ufficiale pubblicato sulla pagina Facebook dell’amministrazione.

Le fiamme, prima di spegnersi, hanno danneggiato anche un frutteto limitrofo, colpendo numerose piante da frutto. Solo il tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco di Rivarolo, Bosconero e Ivrea, con il supporto della Protezione Civile locale, ha evitato che il rogo si propagasse verso le abitazioni.

Sul posto sono arrivati prima il vicesindaco e successivamente il sindaco, per accertare di persona l'entità dei danni e portare la solidarietà dell’intera amministrazione all’agricoltore colpito, descritto come «visibilmente scosso mentre assisteva impotente alla scena». Il messaggio del Comune si chiude con un appello alla responsabilità collettiva: «La terra, il grano, gli alberi, non sono solo elementi del paesaggio. Sono vita, sono fatica, sono storia e identità. E ogni ettaro bruciato è una ferita aperta per tutta la comunità».

Un incendio domato, ma che lascia il segno. Soprattutto perché, in un’estate così calda e secca, la distrazione di uno può diventare la tragedia di tutti.



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